Proprietà Intellettuale nell’Era Digitale

proprietà intellettualeCol termine proprietà intellettuale ci si riferisce solitamente ad un complesso di beni, non tangibili, che hanno quale base naturale la creatività umana: opere, idee, nuove forme di conoscenza. Ne consegue che, per sua natura, la proprietà intellettuale è strettamente collegata al Legge sul Diritto d’Autore (in Italia, in particolare, la Legge 22 Aprile 1941, n. 633) o al Copyright (nei paesi nei quali vige il sistema di common law come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti).

Con la costante diffusione delle nuove tecnologie informatiche, agevolate dallo sviluppo della rete di Internet soprattutto nell’ultimo decennio, il complesso strutturale sul quale si fonda la proprietà intellettuale acquista una nuova dimensione e una nuova portata: l’opera assume una forma digitale che comporta un diverso piano di tutela.

Si ritiene che tutto ciò dia origine ad un acceso dualismo, sotto il profilo della protezione e della tutela, tra il progresso e l’innovazione tecnologica da un lato, sotto tutti i suoi aspetti, anche e soprattutto quello economico, e la proprietà intellettuale, nella sua accezione più arcaica e tradizionale, dall’altro. Al centro troviamo un complesso di leggi, nazionali e comunitarie, che tentano di arbitrare il già difficile e complicato rapporto.

Molti autori sostengono che la liaison “nuove tecnologie – proprietà intellettuale” trovi la sua base in una convivenza necessaria, e tutt’altro che platonica: il progresso tecnologico viaggia nella stessa direzione dello sviluppo economico. Si parla, in tal senso di “determinismo tecnologico” teorizzato dal sociologo statunitense Thorstein Bunde Veblen e fondato sul fatto che i cambiamenti in ambito tecnologico producono effetti diretti sul cambiamento della società in generale, sotto il profilo economico e culturale.

Per converso, si afferma che in una società ormai globalizzata e tecnologicamente avanzata la proprietà intellettuale deve essere necessariamente tutelata con maggior rigore, in quanto la stessa rappresenta il fumus dell’ innovazione e della creatività umana, mentre le nuove tecnologie sono solo uno degli strumenti attraverso il quale quella “idea” e quell’ “opera” si diffonde nel contesto di riferimento.

Certo è che le “nuove tecnologie  e la proprietà intellettuale” non sono ferme ad una stazione ferroviaria in attesa di sapere su quale treno salire: entrambe viaggiano velocemente e anche nella stessa direzione, ovvero quella che conduce al progresso, allo sviluppo economico, alla ricchezza sociale del paese: occorre, pertanto, procedere ad un meccanismo di conciliazione, ad una armonizzazione tra i due istituti.

L’obiettivo del legislatore è quello di trovare, nel breve termine, il giusto equilibrio sul piano della tutela tra la proprietà intellettuale e le nuove tecnologie digitali.

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