Cappella Carafa nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva

Cappella CarafaLa Cappella Carafa si trova all’interno della Basilica di Santa Maria sopra Minerva, situata a Roma in Piazza della Minerva, nel rione Pigna.

La Cappella Carafa è dedicata alla Vergine e a San Tommaso d’Aquino (frate domenicano) e risale al XV secolo, costruita su incarico del cardinale Oliviero Carafa, protettore dell’ordine dei Domenicani; al suo interno conserva un ciclo di affreschi, importanti opere rinascimentali, del pittore Filippino Lippi (figlio del più celebre pittore fiorentino Filippo Lippi e di Lucrezia Buti).

Durante la realizzazione degli affreschi, Filippino Lippi viene assistito dal giovanissimo pittore Raffaellino del Garbo, suo allievo.

Nella parete frontale della Cappella Carafa si trova la pala d’altare (realizzata ad affresco) raffigurante l’ “Annunciazione” racchiusa in una cornice di stucco, che raffigura al centro la Vergine Maria, poggiata su una sedia e il cardinale Oliviero Carafa, inginocchiato ai suoi piedi, introdotto da San Tommaso d’Aquino, e sul lato sinistro l’Angelo, che porta l’annuncio. Ai lati della pala sono raffigurati gli Apostoli.

Nella parte superiore della parete frontale è raffigurata l’ “Assunzione della Vergine“ con Maria disposta su una nuvola, sorretta e circondata da angeli musicanti e cherubini, (in particolare sono raffigurati i principali strumenti musicali dell’epoca come il salterio, la cornamusa, liuti e organetti)

La parete destra della Cappella contiene altri affreschi, in particolare:

–  “San Tommaso in cattedra“, nel quale il santo tiene in mano un libro aperto che reca l’iscrizione “Sapientiam sapientum perdam“, (“Distruggerò la sapienza del sapiente”) e sul terreno giace una figura umana distorta che regge il cartiglio “Sapientia vincit malitiam” (“La sapienza vince la malizia”), simbolo del Peccato. Ai lati del santo sono raffigurate quattro figure femminili: la Filosofia, la Teologia, la Dialettica e la Grammatica;

– “Scene dalla vita di san Tommaso d’Aquino” e nella lunetta la scena del “Miracolo del libro“, nel quale Cristo si rivolge al santo dicendo: “Bene scripsisti de me Thoma“..

Nella parete sinistra è scolpito il monumento funebre di Paolo IV Carafa, nipote di Oliviero Carafa.

Sulla volta Filippino Lippi ha dipinto le sibille (la Libica, la Cumana, la Delfica e la Tiburtina) sorrette da cherubini, e nella parte centrale, all’interno di un grosso medaglione è raffigurato lo stemma della famiglia Carafa.

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