La Cappella di Sant’Ignazio di Loyola si trova a Roma nella Chiesa del Gesù (anche denominata Chiesa del Santissimo Nome di Gesù) sita nell’omonima Piazza del Gesù, nel rione Pigna.
La suntuosa Cappella di Sant’Ignazio di Loyola, in chiaro stile barocco, è dedicata a Ignazio di Loyola, religioso spagnolo e fondatore della Compagnia di Gesù. Il progetto iniziale viene affidato allo scultore e architetto Giacomo della Porta (unitamente alla facciata esterna e alla cupola) e successivamente a Pietro da Cortona. Alla fine i lavori dell’altare della cappella dedicata a Sant’Ignazio di Loyola vengono affidati ad Andrea Pozzo, pittore e architetto gesuita, e vengono realizzati tra il 1696 e il 1700.
L’altare della Cappella di Sant’Ignazio di Loyola è ricco di diversi materiali ornamentali come lapislazzuli, cristallo, marmo, onice, ametista, e conserva una grande tela realizzata sempre da Andrea Pozzo, che raffigura nella parte alta Sant’Ignazio di Loyola mentre riceve da Cristo risorto il vessillo con il monogramma del nome di Gesù, e nella parte bassa due angeli, uno dei quali tiene in mano il libro dei Vangeli.
Dietro la tela si nasconde, in una nicchia, la statua in bronzo del Santo, affiancata da due angeli, con la base di marmo.
Ogni giorno intorno alle ore 17,30, tra musiche e preghiere, la grande tela sale per lasciare il posto alla statua del Santo, che emerge nella sua maestosità, creando un pacato effetto teatrale.
Ai lati dell’altare si trovano quattro statue, in particolare: il rilievo in marmo sull’Approvazione della Compagnia del Gesù, dello scultore di origine genovese Angelo De Rossi; il gruppo scultoreo il Trionfo della Fede sull’Idolatria, dello scultore francese Jean-Baptiste Théodon; il rilievo in marmo della Canonizzazione di Ignazio, di Bernardino Cametti; il gruppo scultoreo la Religione che trionfa sull’Eresia, dello scultore francese Pierre Legros.
Inoltre nella parte bassa dell’altare è presente un’urna in bronzo dorato, che custodisce le spoglie del Santo, opera dello scultore di orine bolognese Alessandro Algardi.