La Basilica di San Crisogono si trova a Roma, in Piazza Sidney Sonnino, n. 44, nel rione Trastevere, ed ha la dignità di basilica minore.
La Basilica di San Crisogono è uno dei più antichi luoghi di culto presenti nella città di Roma e risale al IV secolo, edificata sotto il pontificato di Papa Silvestro I.
La Basilica è dedicata a Crisogono di Aquileia, vescovo di Aquileia e martire sotto l’imperatore romano Diocleziano. Nel corso dei secoli la Basilica ha subito diversi rifacimenti e restauri: viene ricostruita nel XII secolo e successivamente viene restaurata nel 1626 su progetto dell’architetto Gian Battista Sorìa, in stile barocco, a seguito di commissione del cardinale Scipione Caffarelli Borghese.
Ancora oggi nei sotterranei dell’attuale chiesa vi sono i resti della prima, che è possibile vedere e visitare.
La facciata esterna della Basilica di San Crisogono è costituita da quattro colonne doriche in granito che creano l’accesso ad un ampio portico con gli stemmi araldici della famiglia Borghese (l’aquila e il drago), mentre il campanile in stile romanico raggiunge una altezza di oltre quaranta e risale al XII secolo.
L’interno si presenta a tre navate con due file di colonne ioniche in granito grigio e rosso (per un totale di ventidue colonne) che introducono alle cappelle laterali, in particolare la Cappella del SS. Sacramento, a destra dell’abside, opera di Gian Lorenzo Bernini.
La superficie interna è ricoperta dal pavimento cosmatesco, mentre sul soffitto a grandi lacunari intagliati e dorati su fondo azzurro è rappresentata la copia di un dipinto del Guercino, la “Gloria di san Crisogono” (l’originale si trova a Londra, a Lancaster House); sull’altare maggiore è presente il ciborio sorretto da quattro colonne di alabastro realizzato sempre da Giovan Battista Soria, il mosaico absidale raffigurante la “Vergine con i Ss.Crisogono e Giacomo”, che viene presumibilmente attribuito a Pietro Cavallini, e/o alla sua bottega e sul soffitto del presbiterio è raffigurata la “Madonna con Bambino” del Cavalier d’Arpino.