La Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, o delle Grotte è un piccolo gioiello dell’arte medioevale abruzzese e si trova nel piccolo borgo di Fossa, alla pendici del monte Circolo, in provincia dell’Aquila, in Abruzzo.
La Chiesa è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902.
Le sue origini sono molto antiche e risale alla seconda metà del XIII secolo, edificata secondo le regole dell’architettura cistercense borgognona.
La facciata esterna ha una struttura a capanna rivestita con pietre in conci. Il portale a sesto acuto, motivato da stilemi gotici, è sormontato da una grande finestra rettangolare.
L’interno della Chiesa di Santa Maria ad Cryptas, con pianta rettangolare, ha una sola navata su tre campate, con abside quadrangolare rialzata su tre gradini, copertura lignea a capriate e la cripta con un altare marmoreo poggiato su un troncone di colonna e un frammento di affresco raffigurante la Crocifissione.
La Chiesa conserva due distinti cicli d’affreschi databili alla seconda metà del XIII secolo, tra il 1264 e il 1283. Il primo ciclo nell’abside, nella parete meridionale, nell’arco trionfale e nella parete di contro-facciata è incentrato su episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento a cui si aggiungono le scene del secondo ciclo di affreschi che raffigurano i sei Profeti e i due più celebri santi cavalieri, ovvero San Giorgio e il drago e San Martino che dona il mantello.
In particolare nell’arco trionfale si trova il ciclo della Genesi con la Creazione, con Dio che separa il sole dalla luna; segue la creazione degli Angeli, degli animali, degli uccelli, dell’uomo, della donna e termina con la cacciata dal Paradiso Terrestre;
nel presbiterio sono raffigurati le scene della Passione di Cristo, con l’Ultima cena, nella parete di sinistra;
segue accanto il bacio di Giuda;
San Giovanni Battista, San Paolo, Cristo Pantocratore, San Pietro e San Giovanni Evangelista, sulla parete frontale, la Flagellazione, in basso.

Cristo Cristo Pantocratore al centro, San Giovanni Battista e San Paolo a sinistra, San Pietro e San Giovanni Evangelista, a destra.
Infine, al centro, le scene della Crocifissione con la Madonna e San Giovanni Evangelista e della Deposizione.
Sulla parete destra in alto sono raffigurati cinque santi, di cui solo tre identificati, San Simeone, San Jacopo e San Luca.
Sulla controfacciata è raffigurato il Giudizio Universale, suddiviso in cinque registri. In basso sono raffigurate scene dell’Inferno con i demoni che torturano le anime e San Michele Arcangelo che le pesa, e in alto, San Michele che separa gli Eletti dai Dannati.
Ulteriori opere sono la tempera su legno raffigurante la Madonna del Latte, opera di Gentile da Rocca, datata 1283;
l’Annunciazione datata 1486, opera di Sebastiano di Nicola da Casentino, parete sinistra;
in alto (parete sinistra) sono raffigurati Episodi di vita della Madonna, realizzato intorno alla fine del Trecento probabilmente da artisti di scuola toscana e comprendono la Nascita di Maria, l’Annunciazione, la Natività, la Malattia, la Morte, la Deposizione e il Trasporto della Vergine;
il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario, datato 1583 e firmato da Giovanni Paolo Cardone, parete destra.
Si narra che Dante Alighieri a seguito della visita alla questa chiesa in occasione della nomina di papa Celestino V, rimase colpito dalle immagini tanto da ispirare la Divina Commedia.