Parlare dell‘impressionismo e dei pittori impressionisti è qualcosa che va oltre la tecnica pittorica, ma tocca l’essenza stessa di un modo di guardare alla realtà .
“Ogni cosa che si dipinga, non concede tempo, non permette la messa a fuoco delle cose e impone una visione distratta, veloce non analitica della realtà.”
I queste poche parole è racchiuso il significato intimo dell’impressionismo e del modo di guardare alla realtà dei pittori impressionisti.
La nascita dell’impressionismo
L’Impressionismo è una corrente artistica nata in Francia intorno al 1860 e durata fino ai primi anni del Novecento. Il nome Impressionismo deriva dall’ epiteto usato in senso spregiativo contro i pittori impressionisti, tratto dal titolo di un quadro di C.Monet – Impression: soleil levant (1873).
L’Impressionismo trova le sue fonti di ispirazione sia nella pittura romantica di E.Delacroix, sia nel verismo di G.Courbet, che si interessa soprattutto alla rappresentazione della realtà quotidiana, sia nell’osservazione del vero dei paesisti di Barbizon.
L’Impressionismo si oppone alla pittura accademica ufficiale. I pittori impressionisti non utilizzano più la tecnica del disegno, negano l’illuminazione artificiosa dell’atelier, non si affidano più alla nozione acquisita dell’oggetto ma ad una immediata impressione dal vero.
L’Impressionismo vuole cogliere il più realisticamente possibile gli effetti di luce, sostiene la pittura all’aria aperta (en-plain-air), rinuncia al chiaroscuro artificiale così da ottenere una fusione totale di soggetto e spazio.
La prima vera manifestazione dell’Impressionismo nella pittura si tenne il 15 aprile del 1874 presso lo studio del fotografo F.Nadar, alla quale parteciparono tutti i maggiori pittori impressionisti.
I maestri dell’impressionismo
Parlando dell’impressionismo vengono in mente alcuni tra i grandi della storia dell’arte, tra i quali è possibile menzionare i seguenti pittori impressionisti:
E.Manet, C.Monet, E.Degas, P.A.Renoir, A.Sisley, C.Pissarro e P.Cezanne che però ne uscirà presto.
I grandi maestri dell’impressionismo seguivano nuove regole comuni come i contrasti di luci e ombre, i colori forti e vividi la pittura en plain air e l’esaltazione dell’attimo fuggente ma ciascuno di loro sviluppò anche il proprio stile.
Come non parlare, tra i pittori impressionisti, di Monet, il quale intorno al 1890
ridusse quasi la rappresentazione ad una abbagliata variazione coloristica, concentrandosi su paesaggi naturali, arrivando a riprodurre moltissime volte lo stesso soggetto per esempio Cattedrale di Rouen.
Renoir e Degas, altri due grandi maestri dell’impressionismo, si interessarono e concentrarono sulla figura umana in movimento.
Cezanne, icona dei pittori impressionisti, ad una rappresentazione dello spazio e della forma attraverso il colore.
Nell’Impressionismo il colore venne usato in modo rivoluzionario. Il nero fu quasi del tutto escluso, preferendo le sfumature del blu scuro e del marrone. Con i pittori impressionisti, infatti, i toni chiari andavano in contrasto con le ombre complementari, i colori erano accostati senza essere mescolati così da ottenere superfici vive e in movimento. Con il movimento dell’impressionismo si assiste inoltre alla invenzione dei tubetti di colore ad olio, all’uso di tele più piccole adatte al trasporto e al cavalletto da campagna fondamentali per dipingere all’aperto.
Con i Pittori Impressionisti, quindi,
la realtà muta continuamente, la luce muta in ogni istante, le cose si muovono, la visione di un momento muta il momento successivo. Tutto scorre.