La lettura è un dipinto (olio su tela, cm 61×74) realizzato tra il 1865 e il 1873 dal pittore francese Edouard Manet, ed attualmente conservato presso il Museo d’Orsay di Parigi.
Nel dipinto La lettura il pittore francese ritrae sulla tela sua moglie Suzanne Leenhoff (Delft, 30 ottobre 1829 – Parigi, 8 marzo 1906), famosa pianista di origine olandese e Leo Leenhoff, figlio di Suzanne e con molta probabilità anche di Édouard Manet.
Il matrimonio tra Suzanne e il pittore francese avviene nel 1863 ma i due si conoscono sin dal 1849 (Suzanne è, infatti, l’insegnante di pianoforte della famiglia Manet). Nel 1852 nasce Leo Leenhoff, figlio di Suzanne e, sebbene non sia stato riconosciuto dal pittore francese, si presume con molta probabilità che sia figlio anche di Édouard Manet. Quasi sicuramente la figura di Leo Leenhoff è stata introdotta successivamente nel dipinto rispetto alla prima stesura dell’opera avvenuta nel 1865.
Il dipinto La lettura raffigura in primo piano Suzanne, in abito bianco seduta sul divano nel salone di casa e il figlio Leo, alle sue spalle e di profilo, concentrato in una lettura.
L’abito di mussola bianco di Suzanne, molto leggero, sembra confondersi con il divano sul quale la donna è seduta, sempre di colore bianco, e a sua volta richiama il tendaggio della finestra. Le pennellate sono ampie e aperte, le tonalità cromatiche sono chiare, di bianco in tutte le diverse sfumature, e brillanti, in vero stile impressionista
Così come affermato dalla critica il dipinto La lettura richiama sotto il profilo compositivo e cromatico l’opera “Sinfonia in bianco, ritratto n. 1” realizzata tra il 1861 e il 1862 dal pittore americano James Abbott McNeill Whistler e conservato presso la National Gallery of Art di Washington.
L’opera “Sinfonia in bianco, ritratto n. 1” viene presentata nel 1863 al Salon di Parigi, ma viene rifiutata dalla giuria, e approda al c.d. Salon dés Refusée (il Salone dei rifiutati) dove riceve numerose critiche unitamente al dipinto “Le déjeuner sur l’herbe” (La Colazione sull’erba) di Édouard Manet.