Vicenda d’acque

Vicenda d’acque angoli e bellezzeVicenda d’acque

La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d’inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.

Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l’urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch’io m’allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch’io mi riposi dei soverchi
balzi e ch’io taccia, infine:
poi che una culla e un’eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.

Milano, 28 novembre 1929

Antonia Pozzi (Milano, 13 Febbraio 1912 – Milano, 3 Dicembre 1938) è stata una famosa poetessa e fotografa di origine milanese.

Antonia Pozzi nasce all’inizio del Novecento da una famiglia aristocratica milanese; il padre Roberto Pozzi è un noto avvocato, la madre Lina Cavagna Sangiuliani è una contessa. Ne consegue che il contesto familiare ed economico nel quale Antonia Pozzi nasce e cresce le consente di ricevere una ottima educazione ed istruzione. Frequenta il  liceo classico Manzoni di Milano, e successivamente l’Università statale sempre nella città di Milano giungendo brillantemente alla laurea nel 1935 con una tesi su Gustave Flaubert.

Ma gli anni dell’adolescenza sono quelli più particolari, che la segnano sentimentalmente e culturalmente, infatti Antonia Pozzi si innamora del suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, una relazione intensa e passionale che coinvolge Antonia non solo sotto il profilo fisico ma soprattutto intellettuale. La realzione verrà poi interrotta dai suoi genitori.

Man mano Antonia Pozzi accresce il suo interesse per la poesia, la prosa, la musica e la fotografia, attività che spesso realizza rifuginadosi nella villa di famiglia a Pasturo, ai piedi del massiccio montuoso del Gruppo delle Grigne, nella provincia di Lecco, collegandole al suo intenso amore per la montagna, per la natura e per la vita alpina. Tutti elementi che si riscontrano nei suoi scritti.

Ma l’intensa vocazione artistica e il suo geniale talento letterario si scontrano con l’angoscia del suo animo e un acceso conflitto con il tema della religione:  il 3 dicembre del 1938 la crisi esistenziale la conduce al suicidio mediante l’ingestione di barbiturici. Antonia Pozzi muore alla sola età di soli ventisei anni davanti l’Abbazia di Chiaravalle.

La famiglia negò sempre il suicidio attribuendo la causa della morte di Antonia Pozzi ad una polmonite.

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