Pandora apre il vaso dei vizi. Opera di Giulio Romano

Pandora apre il vaso dei vizi

Pandora apre il vaso dei vizi. Opera di Giulio Romano. Galleria D’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.

Pandora apre il vaso dei vizi è un dipinto (olio su tavola, cm 37×30,5) realizzato intorno al 1520 circa dal pittore romano Giulio Romano, allievo della scuola di Raffaello Sanzio, ed attualmente conservato presso la Galleria D’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.

Giulio Romano, all’anagrafe Giulio Pippi de’ Jannuzzi o Giannuzzi, (Roma, 1499 circa– Mantova, 1º Novembre 1546), è stato un celebre architetto e pittore  del Rinascimento italiano, uno dei più illustri e rinomati collaboratori di Raffaello Sanzio, tanto da affiancare il sommo maestro in diverse opere come negli affreschi della Villa Farnesina, delle Logge e delle Stanze Vaticane.

Il dipinto Pandora apre il vaso dei vizi raffigura una scena tratta dalla mitologia greca come racconta il poeta greco Esiodo ne Le opere e i giorni. Zeus dona a Pandora il vaso, raccomandandosi di non aprirlo. Ma Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, lo apre e dallo stesso fuoriescono tutti i mali del mondo, (la vecchiaia, la gelosia, la malattia, l’odio, la menzogna, l’avidità, l’accidia ecc.), mentre  soltanto la speranza rimane sul fondo.

L’opera raffigura il preciso momento in cui Pandora stringe il vaso tra le mani e solleva il coperchio nell’atto di apertura. Giulio Romano dipinge la fanciulla all’interno di uno sfondo paesaggistico, avvolta da un ampio mantello che fluttua nel vento, lasciando scoperta una spalla e il seno. L’espressione incantata e innocente della donna si pone tra il reale e il mitologico, preannunciando, in relazione al contenuto del vaso, l’infausto destino per la sofferenza degli uomini, alleviata solo dalla speranza, rimasta per ultima sul fondo.

L’opera viene realizzata da Giulio Romano durante il suo soggiorno mantovano nel 1520 circa. Il pittore romano era stato introdotto a Mantova da Baldassarre Castiglione come artista di corte di Federico II Gonzaga.

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