Giudizio di bilanciamento tra circostanze e lavoro di pubblica utilità

giudizio di bilanciamento traLa Suprema Corte di Cassazione con la sentenza in commento affronta la questione inerente il giudizio di bilanciamento tra la circostanza aggravante di cui all’art.186, comma 2-bis, Codice della Strada e le circostanze attenuanti, e il lavoro di pubblica utilità.

L’art.186, comma 9-bis, Codice della Strada prevede che ” Al di fuori dei casi previsti dal comma 2-bis del presente articolo, la pena detentiva e pecuniaria può essere sostituita, anche con il decreto penale di condanna, se non vi è opposizione da parte dell’imputato, con quella del lavoro di pubblica utilità“.

La questione sottoposta all’esame della Corte riguarda la possibilità o meno di procedere alla sostituzione della pena detentiva e pecuniaria con il lavoro di pubblica utilità ex art. 186, comma 9-bis, Codice della Strada allorquando risulti contestata l’aggravante prevista dall’art. 186, comma 2-bis.

Il dubbio interpretativo si pone in ragione della formulazione della clausola di riserva, che rimanda senza ulteriori indicazioni al “caso”, ossia al mero fatto, dell’essersi verificato un incidente stradale in concomitanza con l’accertato stato di ebbrezza del conducente del veicolo coinvolto nel sinistro.

E’ principio interpretativo affermato nella giurisprudenza di legittimità che il giudizio di comparazione spiega i suoi effetti soltanto in ordine alla determinazione della pena, lasciando inalterata la valutazione deteriore dell’azione e della personalità dell’imputato.

Ed è in tal senso che deve intendersi il richiamo, formulato dalla giurisprudenza di legittimità, all’incidenza del giudizio di bilanciamento tra le circostanze sulla determinazione della pena. In particolare, l’aggravante in parola, sebbene equivalente rispetto alle circostanze attenuanti generiche, sviluppa la sua incidenza comunque, sia ai fini della valutazione della gravità del fatto (perché, come affermato dalla Corte Costituzionale ord. n.247 del 25 settembre 2013, attiene ad una turbativa delle corrette condizioni di guida, ritenuta potenzialmente idonea a porre in pericolo l’incolumità personale dei soggetti e dei beni coinvolti nella circolazione), sia in tema di accesso alle misure alternative alla detenzione, trattandosi di aspetto connesso ad apprezzamenti di politica criminale e specialmente all’allarme sociale generato dai singoli reati, in quanto tale oggetto di valutazione riservata al legislatore.

Va, più in generale, ricordato che, secondo i principi generali, il giudizio di bilanciamento tra le circostanze, di per sè, non influisce sugli istituti che non si ricollegano al quantum della pena inflitta, nel senso che le circostanze soccombenti o equivalenti continuano a produrre gli effetti previsti dalla legge, dal momento che anche il giudizio di soccombenza non fa venire meno la sussistenza in concreto della circostanza equivalente ma semplicemente la paralizza e la rende non applicata quoad poenam.

I principi interpretativi espressi dalla giurisprudenza di legittimità affermano che il giudizio di bilanciamento tra circostanze non elide “la sussistenza dei profili di particolare allarme sociale” connessi all’aggravante in argomento.

Corte di Cassazione Penale Sent. Sez. 4 Num. 48783 Anno 2016

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *