Esasperata avarizia del marito. Reato di maltrattamenti
L’esasperata avarizia del marito in pregiudizio della moglie che si manifesti in condotte vessatorie nell’ambito del ménage familiare può integrare il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all’art. 572 c.p.
Nel caso di specie la coppia di coniugi viveva in un regime austero di “risparmio domestico“, divenuto negli anni totalmente insopportabile da parte della moglie, nonostante la completa assenza di problemi economici. In particolare la donna poteva fare la spesa solo nei discount, e acquistare determinati prodotti a costo contenuto o “in offerta“, limitare l’uso di acqua, luce e gas, utilizzare una sola posata e un solo piatto per pasto, fino anche a poter fare solo una doccia alla settimana. Tale condotta del marito andava oltre l’dea di risparmio fino a trasformarsi in un regime di restrizioni con vessazioni e sopraffazioni, umiliazioni e vergogna, divenendo nel tempo altamente intollerabile.
Tale regime familiare di ossessivo risparmio, qualora non venga concordato e condiviso da entrambi i coniugi nell’ambito del loro progetto di vita comune, ma imposto unilateralmente da un coniuge a carico dell’altro, viola direttamente quanto stabilito dall’art. 143 C.c.: “Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri” fino ad integrare il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all’art. 572 c.p.. Nel caso di specie a seguito dell’esasperata avarizia del marito veniva diagnosticato alla donna un disturbo post traumatico da stress.
Sul punto occorre citare altra precedente sentenza della Corte di legittimità, n. 6785 del 7 giugno 2000 che afferma che la pervicace, sistematica condotta del marito, tesa a rendere la vita insopportabile al coniuge con l’umiliante (ed ingiustificata) vessazione di esasperata avarizia che, come bene è sottolineato in sentenza, non rappresenta altro che il callido “alibi”, dietro cui imporre il proprio autoritarismo gratuito, inconciliabile con il benché minimo rispetto dell’affectio maritalis.
Corte di Cassazione sentenza n. 6937 del 17 febbraio 2023