Crocifissione. Opera di Pierre Paul Prud’hon

Crocifissione

Crocifissione. Opera di Pierre Paul Prud’hon

La Crocifissione è un dipinto (olio su tela, cm 278 x 166) realizzato nel 1822 dal pittore e ritrattista francese Pierre Paul Prud’hon ed attualmente conservato presso il Museo del Louvre di Parigi, in Francia.

Pierre Paul Prud’hon (Cluny, 4 Aprile 1758 – Parigi, 14 Febbraio 1823) è stato un celebre e rinomato pittore francese, operante tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Il suo stile si colloca, anche in relazione al contesto storico, a cavallo tra il Neoclassicismo e il Romanticismo (XVIII-XIX secolo).

La sua formazione artistica inizia all’Accademia di Digione, sotto la guida di François Devosge, e poi prosegue a Parigi; tra il 1785 e il 1789 visita l’Italia, dove ammira e studia Raffaello, Leonardo e il Correggio. Tornato a Parigi diviene pittore e ritrattista alla corte di Napoleone e insegnante dell’imperatrice Maria Luisa.

Tra le sue opere principali si ricordano il dipinto La giustizia e la Vendetta divina perseguono il crimine (anno 1804-1808, conservato al Museo del Louvre di Parigi); il Ritratto di Giuseppina di Beauharnais (anno 1805, conservato presso il Museo del Louvre di Parigi); Il Ratto di Psiche (anno 1808, conservato al Museo del Louvre di Parigi); Venere e Adone (anno 1810-1812, Collezione Wallace, Londra), oltre ad una serie di disegni sui nudi maschili e femminili. Gli ultimi anni della sua vita non furono molto prolifici sotto il profilo professionale a seguito del suicidio nel 1821 della sua amante e modella, la pittrice francese Constance Mayer.

L’opera la Crocifissione viene dipinta da Pierre Paul Prud’hon nel 1822 subito dopo il suicidio della sua amante e viene commissionata per la Cattedrale di Saint Étienne a Metz, (o Cattedrale di Santo Stefano a Metz), comune situato nel nord est della Francia, ed è considerato il suo più celebre dipinto. Viene raffigurato il Cristo sulla croce con ai piedi la Vergine, in ginocchio in preghiera, e la Maddalena, sfinita e affranta dal dolore.

L’opera risente fortemente dei contrasti chiaroscurali con zone d’ombra e zone di luce che si palesano sul corpo scomposto e sul volto nascosto del Cristo.

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