Francisco Goya nasce a Saragozza il 30 marzo 1746, dove porta avanti i suoi studi ma è a Madrid che desidera arrivare, più precisamente all’ Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando, dove invia per ben due volte alcuni suoi disegni senza ricevere considerazione.
Francisco Goya si trasferisce comunque a Madrid nel 1744, raggiungendo uno zio, ed ottenendo una commessa per la realizzazione di cartoni per arazzi, destinati ad alcune delle residenze dei Reali.
Cinque anni più tardi, Francisco Goya presentò i suoi disegni al Re, al principe e alla principessa eredi al trono, una grande occasione, per lui così ambizioso.
Realizzò i cartoni per gli arazzi basandosi sulle preferenze sia del principe, amante della caccia che della principessa, amante delle scene tratte dalla vita della gente comune.
Ottiene il titolo di pittore del Re e diventa membro dell’Accademia.
La gaiezza iniziale, presente nei primi cartoni per arazzi, nell’ ultimo periodo, si perde, poiché Francisco Goya inserisce nei suoi dipinti una sorta di denuncia degli usi e costumi della società spagnola, come i matrimoni combinati per favori economici.
La scalata di Francisco Goya è iniziata nel 1786 pittore del Re, nel 1789 pittore di Corte e nel 1799 primo pittore di Corte.
Questo voleva dire molto lavoro, ampi riconoscimenti e molto denaro ma anche un allontanamento dalla vita “vera” che lui amava di più, i Majos e le Majas, i toreri e le corride, gli svaghi popolari.
Nonostante tutti i capovolgimenti politici che si susseguono in Spagna, la crisi dell’aristocrazia l’ascesa di Napoleone Bonaparte, Francisco Goya resta sempre primo pittore di Corte e ritrattista, immortalando nelle sue tele le contraddizioni e i cambiamenti subiti dalla Corte Spagnola.
Tutto questo non senza profondi conflitti interiori, che porteranno Francisco Goya ad un forte esaurimento, alla sordità permanente e ad una nuova produzione artistica, differente da quella di etichetta, legata profondamente al suo stato d’animo.
Inizia un ciclo di pitture ed incisioni basato sui tormenti dell’anima, la follia ma anche la stregoneria; per poi approdare ad una serie di ritratti femminili che hanno l’intento di mettere in evidenza quella minima emancipazione della donna nella società spagnola estremamente maschilista.
Si arriva così al periodo in cui i dipinti sui disastri della guerra di conquista napoleonica e della resistenza spagnola si fanno sempre più numerosi.
L’intento è quello di mostrare la crudezza del massacro di francesi e spagnoli indistinto. Francisco Goya si interessa a ciò che gli uomini sono capaci di farsi l’un l’altro, alla violenza e alla crudeltà che l’essere umano può dimostrare.
La sua pittura diviene scura, nera dedita alla raffigurazione dei suoi “fantasmi” come Saturno che divora i suoi figli che aprirà la strada all’ Espressionismo novecentesco.
Francisco Goya si trasferisce a Bordeaux dove morirà poco dopo nel 1828, il 16 aprile.
Bella analisi. Mi è piaciuto particolarmente il soffermarsi su i suoi conflitti interiori e sulla sua pittura nella fase successiva alla dominazione francese. I dipinti di quel periodo mi hanno sempre affascinata e allo stesso tempo inquietata.
Grazie per il tuo commento!
Il Goya è uno degli artisti più enigmatici della storia dell’arte. Ma, al contempo è uno dei pochi che si concentra anche sullo status delle donne in relazione all’epoca storica di riferimento.