Sacra conversazione con i santi Marco e Giacomo. Opera di Giulio Romano

Sacra conversazione con i santi Marco e Giacomo Chiesa di Santa Maria dell'AnimaSacra conversazione con i santi Marco e Giacomo, è un dipinto (olio su tavola) realizzata tra il 1521 e il 1523 dal pittore Giulio Romano, ed attualmente conservato all’interno della Chiesa di Santa Maria dell’Anima, situata a Roma, nell’omonima Via di Santa Maria dell’Anima, a pochi passi dalla più celebre Piazza Navona, nel rione Ponte.

La Chiesa di Santa Maria dell’Anima è la chiesa nazionale della comunità tedesca presente nella città di Roma. L’interno della Chiesa è suddiviso in tre navate separate da pilastri, che si aprono ad una serie di cappelle laterali, nelle quali sono conservate importanti opere d’arte, in particolare la pala dell’altare maggiore Sacra conversazione con i santi Marco e Giacomo, opera del pittore e architetto Giulio Romano.

Il dipinto Sacra conversazione con i santi Marco e Giacomo viene realizzato a Roma presumibilmente tra il 1521 e il 1523 e comunque entro il 1524, anno del trasferimento di Giulio Romano a Mantova, su commissione del facoltoso banchiere tedesco Jacob Fugger, e per tale motivo la pala è altresì nota come Pala Fugger.

Jacob Fugger, conosciuto anche con il nomignolo de “Il Ricco“, è il banchiere di Carlo V, e finanzia l’esecuzione dell’opera quale ornamento per la cappella di famiglia, in onore dei suoi parenti Giacomo e Marco Fugger le cui tombe giacciono all’interno della Chiesa di Santa Maria dell’Anima. La Cappella Fugger, la terza cappella sul lato destro della chiesa, viene successivamente decorata dal pittore manierista Girolamo Siciolante da Sermoneta con una serie di affreschi raffiguranti le Storie della Vergine. Nel settecento la pala d’altare di Giulio Romano viene prelevata dalla Cappella Fugger per essere collocata sull’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria dell’Anima, dove si trova tutt’ora.

La pala d’altare Sacra conversazione con i santi Marco e Giacomo raffigura al centro la Madonna con il Bambino, in trono, mentre sul lato sinistro vi sono San Giuseppe e San Giovannino e sul lato destro San Giacomo e San Marco Evangelista con un leone adagiato ai suoi piedi. Nella parte alta dell’opera compaiono dei piccoli putti che reggono una tenda. Sullo sfondo, in prospettiva, è raffigurato un antico portico romano coperto, a forma circolare.

L’opera risente dello stile di Raffaello Sanzio del quale Giulio Romano è stato prima allievo presso la sua bottega e poi principale collaboratore; di notevole interesse è l’uso acceso del chiaroscuro, il violento contrasto tra luce e ombre, l’ordine e la divisione architettonica dello spazio e la posizione e le sembianze della figure rappresentate, tutti elementi che rinviano all’arte del sommo maestro urbinate.

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