La Basilica Ulpia, al Foro di Traiano progettata e realizzata dall’architetto romano Apollodoro di Damasco su ordine dell’imperatore Traiano tra il 106 e il 113 d.C., era la più grande basilica della Roma imperiale.
Il nome della Basilica deriva dall’imperatore Traiano (Marcus Ulpius Nerva Traianus) e dalla sua famiglia, la Gens Ulpia. Tra le funzioni dell’ enorme complesso architettonico vi erano principalmente attività giuridiche e commerciali.
A forma rettangolare, la Basilica Ulpia era rialzata su tre gradini in marmo giallo e si estendeva nel Foro Traiano fino alla Colonna Traiana, con 60 metri di larghezza e con 170 metri di lunghezza. Era sicuramente composta di due piani, e precisamente il piano terra con un ampio colonnato (di ordine corinzio in marmo giallo) e il secondo piano con decorazioni a bassorilievo, statue in marmo e sculture dei Daci (elementi che ritroviamo anche sulla Colonna Traiana con riferimento alla conquista della Dacia, l’odierna Romania, da parte dell’Impero romano, avvenuta tra il 101 ed il 106, sotto la guida dell’imperatore Traiano).
Vi erano tre ingressi a protiro, quello centrale con colonne e due laterali.
L’interno si presentava diviso in cinque navate; la navata centrale, più grande rispetto alle altre, raggiungeva una larghezza di 25 metri circondata da alte colonne in granito grigio (96 colonne) con capitelli corinzi in marmo bianco e un fregio architrave con figure di Vittorie tauroctone (alcuni resti sono conservati al al Museo dei Fori Imperiali di Roma). Si prevedeva anche un secondo piano, con un secondo ordine architettonico rappresentato da colonne verdi in marmo cipollino, raggiungendo una altezza di 23 metri circa. Dal secondo piano si poteva assistere agli eventi giuridici che si svolgevano all’interno della Basilica Ulpia.
Un colonnato in granito grigio divideva la navata centrale dalle quattro navate laterali, due per ogni lato, le quali avevano una larghezza di circa sei metri ciascuna. Il pavimento della Basilica era in marmo, con ampie lastre a forma rettangolare.
Oggi restano solo alcune colonne in granito grigio della navata centrale.