Cristo e l’adultera. Opera di Nicolò de’ Barbari

Cristo e l'adultera

Cristo e l’adultera. Opera di Nicolò de’ Barbari

Cristo e l’adultera” è un dipinto (tempera su tavola, cm 93 × 121) realizzato intorno al 1504 circa dal pittore veneziano Nicolò de’ Barbari, attualmente conservato presso il Museo Nazionale del Palazzo di Venezia di Roma.

La scena raffigurata sulla tela è tratta dal dal Vangelo di Giovanni (Gv 8, 1-11) quando gli scribi e i farisei conducono presso Gesù una donna sorpresa in adulterio, la quale secondo la legge avrebbe dovuto essere lapidata. Gesù la assolve pronunciando le parole di perdono, “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei“.

Il dipinto “Cristo e l’adultera” mostra sulla scena in primo piano le figure del Cristo e della donna infedele e peccatrice. Lo schema compositivo appare pulito e lineare: il Cristo in posizione centrale indica con la mano la donna accusata di adulterio, la quale, collocata sulla destra del dipinto, appare visibilmente addolorata con le mani legate da una corda e lo sguardo rivolto verso il basso in segno pentimento. Sul lato sinistro dell’opera è raffigurato il giovane accusatore col mantello verde, e dietro, in secondo piano, sono raffigurati tre uomini anziani, ovvero gli scribi e farisei.

Tutte le figure appaiono composte e sono rappresentate a tre quarti su uno sfondo scuro. La luce proviene dall’esterno e mette in risalto le tonalità accese dei panneggi, creando una marcata intensità cromatica e una decisa carica emotiva.

Poche notizie si conoscono in merito alla vita e all’attività artistica e pittorica di Nicolò de’ Barbari (Venezia, fine 1400 – prima metà 1500), forse parente o addirittura fratello del più celebre Jacopo de’ Barbari, pittore e incisore di origine veneziana. Jacopo de’ Barbari è stato uno dei principali pittori del Rinascimento italiano ad introdurre nelle sue opere il trompe-l’œil. Nel dipinto “Cristo e l’adultera” la targa, in alto a sinistra, che contiene la firma di Nicolò de’ Barbari è dipinta a trompe-l’œil.

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