Jane Burden

Jane BurdenJane Burden (Oxford, 19 Ottobre 1839 – Bath, 26 Gennaio 1914) è stata una famosa modella inglese appartenente alla Confraternita dei Preraffaelliti, in particolare venne ritratta da William Morris che sposò nel 1859, da Dante Gabriel Rossetti, da Edward Burne-Jones e dalla pittrice Evelyn De Morgan.

Nata ad Oxford nel 1839 in una famiglia molto povera ed indigente, Jane Burden cresce e diventa una bellissima ed affascinante fanciulla. Ed è proprio la sua sensualità ed avvenenza fisica, caratterizzata dai lunghi capelli neri, carnagione rosa chiaro, labbra carnose e sguardo malinconico, che attira l’attenzione di Dante Gabriel Rossetti durante una rappresentazione teatrale al Teatro Drury Lane.

Il pittore preraffaellita la invita a posare come modella per le sue opere.

Tra i due, oltre alla collaborazione professionale, nasce anche un impetuoso sentimento amoroso che porta Jane Burden a diventare la principale antagonista di Elizabeth Siddal (moglie di Dante Gabriel Rossetti). Sebbene molto diverse nell’aspetto entrambe, a loro modo,  incarnano l’ideale di bellezza preraffaellita.

Successivamente Jane Burden inizia a posare come modella anche William Morris (che la ritrae in “La Belle Iseult“). William Morris si innamora perdutamente di Jane e i due si sposano nel 1859. Dal matrimonio nascono due figli, Jenny e May.

Dopo il matrimonio con il rinomato pittore William Morris, Jane Burden inizia a studiare arte e letteratura, impara il francese e l’italiano, e suona il pianoforte. Viene, pertanto, accolta a pieno titolo nell’élite della classe sociale borghese.

Nonostante il matrimonio e la nascita di due figli, il sentimento amoroso nei confronti di Dante Gabriel Rossetti non si placa e Jane Burden rimane fortemente innamorata di lui fino alla morte del pittore avvenuta nel 1882.

Solo dopo la morte di Dante Gabriel Rossetti nel 1884, Jane Morris inizia una relazione con il poeta poeta e scrittore inglese Wilfrid Scawen Blunt.

Jane Morris muore il 26 Gennaio del 1914 a Bath, in Inghilterra.

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