Il Portico di Ottavia è una antico edificio romano risalente all’epoca augustea che si trova nel ghetto ebraico di Roma, a pochi passi dal Teatro di Marcello, nel rione Sant’Angelo.
Il Portico di Ottavia viene realizzato tra il 27 ed il 23 a.C. dall’imperatore Augusto e viene dedicato alla sorella Ottavia (da cui il nome di Porticus Octaviae). Il complesso architettonico così realizzato andava a sostituire il Portico di Metello che inglobava al suo interno il Tempio di Giunone Regina, edificato per volere del console Marco Emilio Lepido nel 179 a.C. e il Tempio di Giove Statore, eretto su commissione di Quinto Cecilio Metello Macedonico, nell’area del Circo Flaminio (di cui oggi si rinvengono solo pochi resti). Il portico era a pianta rettangolare circondato da due file di colonne con capitelli corinzi e conservava al suo interno una serie di statue, in particolare la statua di Cornelia madre dei Gracchi (il cui Piedistallo si trova ai Musei Capitolini). Dopo un incendio che lo distrusse quasi integralmente, il Portico di Ottavia viene poi riedificato da Settimio Severo nel 203 d.C.
In epoca medievale la zona del portico diviene un mercato popolare per la vendita del pesce, prendendo il nome di “Forum piscium” o “Pescheria Vecchia” come sentenzia una antica targa in latino: “CAPITA PISCIUM HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS INCLUSIVE CONSERVATORIBUS DANTO” – ovvero – “le teste di tutti i pesci che superano la lunghezza di questa lapide, fino alle prime pinne incluse debbono essere date ai Conservatori (alti funzionari del Campidoglio)”. Invero, la testa del pesce veniva considerata la parte più pregiata nella cucina romana.
Successivamente alla fine del Settecento viene costruita la Chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, (o Sant’ Angelo foro piscium) la cui facciata esterna è rappresentata da un muro di mattoni con il portale di ingresso inglobato nelle colonne corinzie del Portico di Ottavia, mentre il mercato del pesce rimane fino alla prima metà dell’Ottocento