Primavera. Opera di Sandro Botticelli

primavera simonetta vespucci

“Primavera”. Opera di Sandro Botticelli. Galleria degli Uffizi di Firenze.

La “Primavera” è un dipinto (tempera su tavola, cm 203 x 314) realizzato tra il 1478 e il 1482 dal pittore fiorentino Sandro Botticelli, ed attualmente conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

Capolavoro dell’epoca rinascimentale italiana, la “Primavera” è un’opera ricca di misteri e di significati allegorici, e negli anni la critica si è divisa sul vero significato dell’opera. Per quanto concerne la data della realizzazione questa si colloca tra il 1478 e il 1482 , secondo quanto riporta il Vasari nelle “Vite” (sia la  “Nascita di Venere” e la “Primavera” si trovavano nella  Villa di Castello, di proprietà dei Medici,  nel 1550 e furono probabilmente dipinte dal pittore dal 1477 al 1485).

Si afferma che il dipinto viene eseguito dal Botticelli su incarico di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino di secondo grado di Lorenzo il Magnifico, in occasione delle nozze con Semiramide Appiani.

La scena è ambientata su un grande prato fiorito, all’ombra di un boschetto, colmo di alberi (di arancio), fiori e vegetazione varia, dove si trovano un totale di nove figure umane, tutte di estrazione mitologica.

Partendo da destra verso sinistra è raffigurato Zefiro, vento di sud ovest e di primavera, che si avvicina alla ninfa Clori, e dalla loro unione nasce (ovvero Clori si trasforma in) Flora, la dea della primavera, che nel dipinto è la figura che si colloca accanto ai due amanti, con il vestito fiorito e che dissemina sul prato i fiori che tiene nel grembo.

Da notare, in tal senso, il filo di fiori che esce dalla bocca di Clori e che allude all’atto della trasformazione della ninfa nella dea Flora.

La figura centrale è una donna, Venere, con drappo rosso. Sopra di lei vola il figlio Cupido, mentre sulla sinistra sono raffigurate le Grazie, intende a danzare e, più in là  Mercurio, che allontana le nuvole dal cielo.

Una delle tre Grazie, la prima a destra, sembra modellata sul volto di Simonetta Vespucci, (modella anche per il dipinto la “Nascita di Venere“) famosa nobildonna del Rinascimento italiano, che per la sua eccezionale bellezza viene soprannominata “La Sans Par” , letteralmente “la senza paragoni”.  Ed è in questo clima di venerazione e di entusiasmo che sboccia l’amore tra Simonetta Vespucci e Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo de’ Medici; lo stesso arriva a vincere nel 1475 il torneo cavalleresco in piazza Santa Croce  nel quale il premio consisteva in un ritratto di Simonetta Vespucci. Nella figura di Mercurio alcuni critici hanno riconosciuto il ritratto di Giuliano de’ Medici.

Dallo sfondo più scuro emergono le figure umane, evidenziate con tonalità più chiare, tutte collocate sullo stesso piano. Successivamente il Botticelli definisce il dipinto con una colorazione a tempera.

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