Telemaco Signorini fu personalità preminente nel gruppo dei Macchiaioli: quella corrente artistica della seconda metà del secolo diciannovesimo caratterizzata da un tipo di arte cosiddetta a “macchia” destinata ancora tutt’ oggi a far suscitare una più profonda riflessione intetica e creativa, quasi una rivisitazione più propositiva in chiave concettuale che ha originato, tra gli esperti e studiosi d’arte, una più attenta analisi di giudizio.
Telemaco Signorini può essere definito quale principale sostenitore e animatore del gruppo dei “Macchiaioli” formato in primis da artisti antiaccademici, molto capaci ed atti a riprodurre la realtà dal vero, il cui esordio può essere definito quantomeno curioso.
Infatti, nel 1862, un critico d’arte scrivendo sulla Gazzetta del Popolo, osò appunto definirli in modo spregiativo “Macchiaioli”, mentre successivamente tale termine fu propositivamente interpretato dall’ accademico fiorentino Telemaco Signorini, autore di molti scritti in loro difesa (“Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangelo”, anno 1893) e di cui divenne, lui stesso, personalità eminente.
Telemaco Signorini si caratterizzò all’interno del gruppo dei “Macchiaioli” per cultura e intelligenza critica; risentì notevolmente dell’influsso di Degas che conobbe in Francia (“La toilette del mattino”, anno 1898) e affrontò temi di protesta sociale (“Carcerati”, anno 1896).
Davvero preziose le opere di immediata resa del vero (“Novembre”, anno 1870; “Bambina che scrive”; “Case al sole all’Elba”).
In sostanza, la corrente artistica dei “Macchiaioli” ha contrassegnato una epoca storica, un particolare secolo artistico gravido di valori assoluti sia per impegno che per bravura, ma anche denso di tradizioni vere e rivoluzionarie.
Ma al contempo i Macchiaioli, ed in particolare Telemaco Signorini hanno saputo reagire agli archetipi del tempo dando le prime sferzate energiche alle tante concezioni dell’arte “accademica“, trasmettendo alle masse un modo nuovo di vedere e concepire l’ arte:
“l’ ingegno creativo non può essere più solamente visto a livello emozionale, bensì deve essere comunque interpretato e valutato, senza pregiudizi, a livello concettuale”.