Vermeer: opera “Allegoria della pittura”

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“Allegoria della pittura”

Allegoria della pittura” di Vermeer è una opera che non è mai uscita dall’atelier dell’artista prima della sua morte in quanto era astutamente usato come “pezzo da vetrina” per probabili acquirenti o committenti.

Addirittura, l’opera in questione è considerata il “testamento artistico” della pittura del Vermeer. E’ conservata presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Da studi approfonditi sull’opera, gli esperti hanno potuto individuare due grandi divisioni: “IL LINGUAGGIO VISIVO”, composto dai sottogruppi Composizione, Colore, Luce e “IL RACCONTO VISIVO”, composto dai sottogruppi Tema, Personaggi e Oggetti.

Analizzando la Composizione, emerge chiaramente il taglio prospettico e la breve profondità data da una veduta di interno domestico. E quasi ad interpretare una scena teatrale, la vistosa tenda a sinistra dell’opera che apre il palcoscenico dell’artista il quale, di spalle, seduto e con il suo basco in testa, dà all’interlocutore l’immagine di quanto sta accadendo in quello scorcio di stanza prevalentemente architettonica a schema ordinativo negli intrecci orizzontali, verticali e diagonali. Egli dipinge una timida fanciulla sapientemente irrorata da tagli di luce morbidi che danno la dimensione di pacatezza e calma, equilibrio e simmetria geometrica.

Nel Colore, la dominante generale va decisamente verso i toni degli ocra naturali (verdastri e marroncini) e generati (tendenti all’arancio). Unici elementi di voluto contrasto e rottura sono il colore rossastro delle calze dell’artista (presumibilmente, si pensa sia lo stesso Vermeer), l’alternarsi del bianco e del nero nei marmittoni del pavimento ed il colore della veste della fanciulla, quell’oltremare naturale, ottenuto con i lapislazzuli, pertanto molto costoso ma di un effetto unico. E’ stato di gran lunga il colore più amato, più pagato e più usato dal Vermeer, anche durante la crisi economica.

La Luce filtra da una finestra in fondo alla stanza sulla sinistra. Una luce “vera” che scolpisce le cose morbidamente ma con precisione in stile prettamente fiammingo. E allo stesso tempo ci fa vedere una immagine quasi da sogno, metafisica, trasportando gli effetti in un limbo cromatico di indiscusso confronto con la realtà vera ed allo stesso tempo immaginata. Il tutto vive in un gravido silenzio che sa di eleganza e rispetto assoluto.

Analizzando invece la seconda suddivisione, l’elemento Tema va visto come una precisa volontà dell’artista all’introduzione visiva di come si genera l’arte. Classica impostazione: pittore che ritrae la sua modella, elementi visivi e strumenti che racchiudono significati artistici ed oggetti simbolici, il cosiddetto “Fumus artistico” che ogni maestro cerca tassativamente di creare nel suo Atelier. Ogni artista è indubbiamente legato ad oggetti o piccole cose dalle quali, rigenera il proprio “io” artistico caricandosi di quelle sinergie utili alla creazione propria del soggetto e fino a quando non le sente all’interno sgorgare prepotentemente nelle vene, statene sicuri, non inizia il rito pittorico. Il concepturus scatta al momento in cui legami di cose, visioni, sinergie di campi cromatici preferiti si accendono all’unisono e fanno prendere in mano l’atteso strumento artistico, sia esso matita, pennello o spatola.

I Personaggi sono indubbiamente il pittore e la sua modella. Il primo, seduto di spalle, regge con la mano sinistra presumibilmente la tavolozza  mentre con la mano destra, poggiata sul poggiamano alla cui cima è un pomello color rosso, ha già dipinto sulla tela l’alloro poggiato sulla testa della fanciulla, la quale regge un testo voluminoso che, probabilmente, simboleggia la Storia Passata mentre lei dovrebbe personificarsi con Clio, Musa della Storia.

Qualcosa da dire di interessante anche sugli Oggetti i quali sono collocati nella stanza in modo da possedere significati simbolici. Secondo gli studi iconologici, la tenda rappresenta l’elemento che separa la realtà “vera” da quella “finta” del dipinto. Lo stesso dicasi della maschera di gesso adagiata sul tavolo mentre la carta geografica del tempo sullo sfondo rappresenta i Paesi Bassi prima della suddivisione tra Nord e Sud, pertanto rappresenta l’unità della nazione in campo artistico.

Probabilmente, non sono soltanto questi gli aspetti completi dell’opera citata che rappresenta per l’artista il suo testamento a colori su tela.

Per i più curiosi, ovvero coloro che vorranno introdursi all’interno della tela da provetti speleologi artistici, avranno modo di fagocitare avidamente altre derivazioni più introspettive che sono ancora al vaglio dei tanti Musei ed attualmente oggetto di discussione tra esperti mondiali.

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