Virginia Batelli è stata la sola ed unica compagna del celebre pittore italiano, romagnolo di nascita, Silvestro Lega, considerato uno dei maggiori esponenti del movimento artistico dei Macchiaioli unitamente a Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Gerolamo Induno, Odoardo Borrani, Serafino De Tivoli.
I Macchiaioli (un gruppo di artisti che si riuniscono presso il Caffè Michelangiolo di Firenze a partire dal 1855) affermano e portano avanti una pittura eseguita dal vero e incentrata sulla riproduzione di soggetti appartenenti alla realtà quotidiana dell’Italia della seconda metà dell’Ottocento, per esempio la dura vita contadina e soggetti legati alle lotte, così come paesaggi e i campi di battaglia, ponendosi in netto contrasto con lo stile accademico tradizionale; inoltre la loro arte si realizza attraverso macchie di colori chiari e scuri, accostate o sovrapposte le une alle altre.
Nel 1861 Silvestro Lega si trasferisce a Piagentina, piccola località di campagna situata alle porte di Firenze, ospite della ricca famiglia Battelli. In questo periodo conosce e si innamora perdutamente di Virginia, una delle tre sorelle della famiglia Batelli. La loro relazione sentimentale dura circa un decennio fino al giugno del 1870, quando Virginia Batelli muore per tisi, lasciando il pittore romagnolo nello sconforto più totale. Al dolore per la perdita dell’amata segue un periodo di crisi artistica del pittore romagnolo, aggravata da una malattia agli occhi che gli impedisce di dipingere.
Silvestro Lega raffigura l’amata Virginia in diverse opere, in particolare, Il canto dello stornello realizzato nel 1867 e conservato alla Galleria d’Arte Moderna presso Palazzo Pitti, a Firenze, che raffigura le tre sorelle Batelli mentre cantano insieme, una delle quali, con molta probabilità Virginia è seduta al pianoforte e suona la melodia, e il Ritratto di Virginia Batelli, (olio su avorio), databile al 1869, conservato in Collezione privata, Torino: un ovale che ci restituisce il vero volto di Virginia Batelli, la quale circa dieci mesi dopo l’esecuzione dell’opera morirà per tisi.