Forme uniche della continuità nello spazio

Forme uniche della continuità nello spazio

Forme uniche della continuità nello spazio. Opera di Umberto Boccioni

Forme uniche della continuità nello spazio è una scultura in bronzo (cm 126,4) realizzato nel 1913 circa dal pittore italiano futurista Umberto Boccioni, ed attualmente conservato Collezione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 19 Ottobre 1882 – Verona, 17 Agosto 1916) è stato un celebre pittore e scultore italiano, annoverato tra i principali esponenti del Futurismo. Umberto Boccioni fa parte di quel un gruppo di pittori, che sotto la guida di Marinetti, lancia a Milano il “Manifesto dei pittori futuristi” nel Febbraio del 1910. Negli anni abbraccia e sviluppa varie tematiche artistiche, dal naturalismo fino al divisionismo. Suo maestro di naturalismo divisionista è Giacomo Balla. Dagli Espressionisti ricava, invece, la violenta carica sentimentale, la forza d’urto, e i gesti di prepotente vitalità.

Tra le sue opere più importanti occorre citare il Ritratto del maestro Busoni (databile al 1916), Cavallo + Cavaliere + CaseggiatoStati d’animo – Quelli che vanno (databile intorno al 1911) e l’ Antigrazioso conosciuto anche come La madre, (databile tra il 1912 e 1913) tutti conservati presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma; Rissa in galleria (databile al 1910), conservato a Milano presso la Pinacoteca di Brera a Milano; Stati d’animo n. 1. Gli addii (databile al 1911), conservato al MOMA di New York; Gli addii – Quelli che vanno (databile al 1911), conservato nel Museum of Modern Art, di New York; La strada entra nella casa (databile al 1911), conservato nello Sprengel Museum di Hannover; Visioni simultanee (databile al 1911), conservato nel Von Der Heydt Museum di Wuppertal in Germania; e la sua opera più famosa, La città che salerealizzata tra il 1910 ed il 1911, ed attualmente conservato presso il Museum of Modern Art di New York.
Forme uniche della continuità nello spazio è uno dei capolavori del Futurismo e ne esistono varie versioni conservate in diversi musei, tra cui al Museo del Novecento di Milano, alla Kunsthalle di Mannheim, alla Tate Modern di Londra, al MoMA di New York, al Metropolitan Museum di New York, al Museo Kröller-Müller di Otterlo (Paesi Bassi) e una alla Galleria nazionale di Cosenza. L’opera vuole raffigurare il movimento e la fluidità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *