Siamo di nuovo su Francesco Borromini e, rimanendo sempre nella città di Roma, ci spostiamo e facciamo un piccolo tour, sulle tracce dei due geni dell’ arte classica, il Bernini e il Borromini, a scoprire un po’ di città barocca.
La Chiesa di Sant’ Ivo alla Sapienza sorge all’ interno del cortile del Palazzo della Sapienza, sede dell’ antica Università di Roma.
Il lavoro, di finitura dell’intero complesso compresa la Chiesa di Sant’ Ivo, fu affidato al Borromini durante il pontificato di Urbano VIII Barberini.
Nell’ anno 1642 sulla esistente facciata concava, il Borromini aggiunge l’ attico sopra il quale si innalza il tiburio polilobato della cupola.
Il perimetro della Chiesa di Sant’ Ivo alla Sapienza è mistilineo, caratteristica di Borromini che abbiamo già incontrato e illustrato ampiamente nei precedenti articoli; caratteristica che si conserva in tutta la composizione e si innalza restringendosi fino al sommo della cupola. La cuspide a spirale monolitica, splendido ritmo rotatorio, termina con una fiamma in ferro battuto, una sfera, la croce e la colomba dello Spirito Santo.
Borromini scardina i modelli costruttivi e i modi abituali di distribuire la parti dell’ edificio e dello spazio; la sua costruzione è il prodotto di un solo impulso che va dalla pianta e si innalza fino all’ ultimo particolare ornamentale della cuspide.
La narrazione architettonica di Borromini sale di colpo ad altezze vertiginose, sottolineando con le sue opere che la funzione pratica della società è la pratica ascetica. Quella ricerca della grazia e del continuo sconvolgimento emotivo che spinge l’ uomo verso il divino, tipica caratteristica dell’ artista.