La Cappella dell’Ascensione si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria in Vallicella detta anche Chiesa Nuova, sita in Piazza della Chiesa Nuova, tra corso Vittorio Emanuele II e Via dei Filippini, in posizione adiacente all’Oratorio dei Filippini della Congregazione di San Filippo Neri, nel rione Parione.
La Chiesa di Santa Maria in Vallicella detta anche Chiesa Nuova risale al XV e XVI secolo e viene principalmente ricordata per una serie di opere d’arte custodite al suo interno, in particolare la pala dell’altare maggiore la “Madonna della Vallicella”, realizzata tra il 1606 ed il 1608 dal pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, i due dipinti ai lati del presbiterio i “Santi Gregorio Magno, Papia e Mauro” (nella parete sinistra) e i “Santi Flavia Domitilla, Nereo e Achilleo“ (nella parete destra) sempre del Rubens, oltre agli affreschi di Pietro da Cortona nella volta, sui pennacchi della cupola (raffiguranti i profeti biblici Geremia, Ezechiele, Isaia e Daniele) e nel catino absidale con l’ “Assunta tra Angeli e Santi”.
La Chiesa di Santa Maria in Vallicella detta anche Chiesa Nuova si suddivide in tre navate con cinque cappelle per ogni lato, le quali custodiscono altre ed importanti opere d’arte.
La Cappella dell’Ascensione è la terza cappella della navata destra della Chiesa di Santa Maria in Vallicella e al suo interno conserva la pala d’altare (olio su tela) raffigurante l’”Ascensione“, realizzata dal pittore di origine lombarda Girolamo Muziano, tra il 1582 e il 1584.
La composizione si articola in senso verticale con il Cristo che ascende al cielo nella parte superiore circondato da una luce giallo oro, e la Vergine (sul lato sinistro inginocchiata con un mantello azzurro che le copre anche il capo) e gli undici Apostoli nella parte inferiore, tutti raffigurati con la testa e lo sguardo in alto verso il Cristo, disposti ai suoi piedi quasi a formare un cerchio. Il Cristo sospeso sembra man mano abbandonare il mondo terreno e salire verso l’alto; le braccia sono aperte e con la mano destra sembra indicare proprio il cielo. Le tonalità del bianco della veste del Cristo, del giallo, del blu e del rosa donano all’opera una pacata armonia cromatica.
La tela è praticamente identica alla pala d’altare raffigurante l’ Ascensione del Signore realizzata nel XVI secolo sempre dallo stesso Girolamo Muziano e custodita nella omonima Cappella dell’Ascensione all’interno della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, sita a Roma nel rione Campitelli.
La Cappella dell’Ascensione dal 1589 appartiene (c.d. ius patronatus) alla nobile famiglia Ceuli, di origine pisana, (in particolare verso la fine del Cinquecento il banchiere Tiberio Ceuli acquista il Palazzo Sacchetti, opera dell’architetto fiorentino Antonio da Sangallo il Giovane, situato in Via Giulia nel rione Ponte, e il Vicolo adiacente a Via Giulia prende il nome della nobile famiglia Ceuli, poi negli anni rielaborato in Vicolo del Cefalo). Intorno al 1868 il patronato della cappella passa alla famiglia De Villanova Castellacci come testimonia la lapide contenuta nella cappella che reca, per l’appunto, la data del 1868.
La volta della cappella contiene gli affreschi ad olio realizzati intorno al 1624 dal pittore Benedetto Piccioli (allievo di Giovanni Mannozzi detto Giovanni da San Giovanni) raffiguranti San Coprete, Sant’Alessandro e San Patermuzio.