Costume e costumato
Essere morale, costumato, etico, significa portare obbedienza a una legge o a una tradizione di antica data. Che ci si sottometta a fatica o volentieri, non importa, basta che lo si faccia. «Buono» è detto chi, come per sua natura, dopo lunga ereditaria tradizione, dunque facilmente e volentieri, fa ciò che è conforme al costume quale esso di volta in volta è (ad esempio vendette, se il compier vendetta fa parte del costume, come era presso i greci antichi). Vien detto buono perché è buono «a qualche cosa»; ma dato che, pur nel mutamento dei costumi, la benevolenza, la compassione e cose simili sono sempre state considerate come «buone a qualcosa», oggi si definisce specialmente «buono» chi è benevolo e caritatevole. Cattivo significa essere «non costumato» (immorale), esercitare il malcostume, ribellarsi alla tradizione, sia essa ragionevole o insensata; ma in ogni legge morale di ogni tempo recar danno al prossimo è stato considerato come particolarmente dannoso, cosicché oggi, alla parola «cattivo», noi pensiamo soprattutto al volontario nocumento del prossimo. L’«egoistico» e l’«altruistico» non sono la contrapposizione fondamentale che ha portato l’uomo a distinguere tra morale e immorale, tra bene e male, bensì l’esser legati a una tradizione, a una legge, e il liberarsene.
Costume e costumato tratto dal primo saggio filosofico del celebre saggista, filosofo e poeta tedesco Friedrich Nietzsche (Röcken, Sassonia-Anhalt, Germania 15 ottobre 1844 – Weimar, Germania, 25 agosto 1900): Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi (Menschliches, Allzumenschliches. Ein Buch für freie Geister), pubblicato in lingua tedesca in due parti tra il 1878 e il 1879.
L’opera è, in sostanza, una raccolta di aforismi incentrati sulla condizione esistenziale dell’essere umano e si compone di varie parti, suddivise in una Prefazione (paragrafi 1-8); Parte prima. Delle prime e ultime cose (aforismi 1-34); Parte seconda. Per la storia dei sentimenti morali (aforismi 34-107); Parte terza. La vita religiosa (aforismi 108-144); Parte quarta. Dell’anima degli artisti e degli scrittori (aforismi 145-223); Parte quinta. Indizi di cultura superiore e inferiore (aforismi 224-292); Parte sesta. L’uomo nel rapporto con gli altri (aforismi 293-376); Parte settima. La donna e il bambino (aforismi 377-437); Parte ottava. Uno sguardo allo Stato (aforismi 438-482); Parte nona. L’uomo solo con se stesso (aforismi 483-638); Tra amici. Un epilogo (poesia); Umano, troppo umano II.