Il diritto agli alimenti e la misura degli alimenti

Il diritto agli alimenti produzione di nuovi documenti in appello Immediata esecutività della sanzione accessoria straining Delitto di maltrattamenti in famiglia Violenza sessuale nella coppia Revoca dell'ordinanza ammissiva della messa alla prova Resistenza a un pubblico ufficiale Attendibilità della vittima Ipotesi di minore gravità Inosservanza dell'obbligo di fermarsi all'invito degli agenti in servizio di polizia stradale Comportamento del conducente del veicolo La natura della riconciliazione tra i coniugi giudizio immediato Accesso abusivo ad un sistema Il reato di corruzione Bacio sulla bocca Fatto di lieve entità Toccamento di zona del corpo non qualificata propriamente erogena Assenza di contatto fisico confisca per equivalente Ricorso per cassazione Testimonianza indiretta Valutazione sulla capacità a delinquere Condotta colposa della vittima Truffa informatica Reato concorrente e circostanze aggravanti risultanti dal dibattimento Sequestro di persona Estinzione del reato conseguente a condotte riparatorie Valutazione di inammissibilità del programma di trattamento Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente Domanda di cessazione degli effetti civili del matrimonio Abuso di autorità Bacio sulle labbra Ripartizione del trattamento di reversibilità Indossare i pantaloni La riconciliazione tra i coniugi Riavvicinamento occasionale dei coniugi Nullità della citazione Abuso delle condizioni di inferiorità psichica Visita ginecologica Attenuante speciale della minore gravità Tentativo di un bacio Consenso agli atti sessuali Diniego all'atto sessuale ripresa della relazione Diniego di messa alla prova Mano sul fondoschiena Reato di violenza sessuale Bacio tentato Mancato accoglimento dell'istanza di messa alla prova Inviare messaggi sessualmente espliciti Sostituzione di persona Responsabilità solidale Attenuante speciale della minore gravità relazione extraconiugale Bondage Bacio sulla guancia Pena detentiva e pecuniaria Induzione alla 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Termini della richiesta Sostituzione della pena con il lavoro di pubblica utilità Contratto di edizione musicale Detenzione per la vendita di supporti Determinazione della durata della messa alla prova Sospensione dell'efficacia della sanzione Particolare tenuità Scriminante del diritto di critica Trattamento illecito di dati personali Revoca della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità Rigetto della richiesta messa alla prova Filiazione Riconoscimento del figlio naturale Prescrizione del Presunzione di concepimento Durata della messa alla prova Sospensione condizionale Tardività dell'istanza di sospensione del processo con messa alla prova Etilometro Assegno di mantenimento e assegno divorzile Accertamento alcolimetrico Precedenti penali Riconciliazione dei coniugi Recidiva nel biennio Disciplina Recidiva nel triennio Coabitazione Revoca dell'ordinanza di sospensione del procedimento di messa alla prova Sanzione amministrativa accessoria della revoca Semilibertà 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Gli alimenti possono essere chiesti solo da chi versa in istato di bisogno e non è in grado di provvedere al proprio mantenimento.

Essi devono essere assegnati in proporzione del bisogno di chi li domanda e delle condizioni economiche di chi deve somministrarli. Non devono tuttavia superare quanto sia necessario per la vita dell’alimentando, avuto però riguardo alla sua posizione sociale.

Il donatario non è tenuto oltre il valore della donazione tuttora esistente nel suo patrimonio.

Il presupposto dell’obbligazione alimentare è, oltre allo stato di bisogno, “l’incapacità” da parte dell’interessato, “di provvedere in tutto o in parte al proprio sostentamento” secondo la fattispecie delineata dall’art. 438 C.c.. La nominata incapacità dell’alimentando è intesa come “esistenza di una situazione indipendente dalla sua volontà, che non gli consenta di procurarsi autonomamente i mezzi necessari al sostentamento“. Ed è appena il caso di aggiungere come il termine “sostentamento” assuma un valore lessicale pienamente sovrapponibile a quello di “mantenimento” (parola, questa, che assume comunemente il detto significato, quando è riferita a un persona) – (Cass, Sez. I, ord., 20 dicembre 2021, n. 40882: fattispecie ove veniva richiesto il diritto agli alimenti a carico del genitore da parte del figlio che nonostante la laurea “breve” conseguita in informatica, e nonostante si fosse attivato per la ricerca di un lavoro, la propria condizione lavorativa era rimasta precaria e tale da non permettergli una vita dignitosa).

L’art. 438 C.c. prevede che gli alimenti possano essere richiesti “solo da chi versa in istato di bisogno e non è in grado di provvedere al proprio mantenimento“. La situazione di bisogno va intesa come incapacità della persona di provvedere alle fondamentali esigenze di vita; esprime, dunque, l’impossibilità per il soggetto di provvedere al soddisfacimento dei suoi bisogni primari, quali il vitto, l’abitazione, il vestiario, le cure mediche, e deve essere valutato in relazione alle effettive condizioni dell’alimentando, tenendo conto di tutte le risorse economiche di cui il medesimo disponga, e della loro idoneità a soddisfare le sue necessità primarie (Cass. 8 novembre 2013, n. 25248). Il non essere in grado di provvedere al proprio mantenimento indica, poi, l’involontaria e non imputabile mancanza di un reddito di lavoro. La giurisprudenza di legittimità ha avuto modo di chiarire, al riguardo, che il diritto agli alimenti è legato alla prova non solo dello stato di bisogno, ma anche della impossibilità di provvedere, in tutto o in parte, al proprio sostentamento mediante l’esplicazione di un’attività lavorativa, sicché, ove l’alimentando non provi la propria invalidità al lavoro per incapacità fisica o l’impossibilità, per circostanze a lui non imputabili, di trovarsi un’occupazione confacente alle proprie attitudini e alle proprie condizioni sociali, la relativa domanda deve essere rigettata (Cass. 6 ottobre 2006, n. 21572; nello stesso senso: Cass. 14 febbraio 1990, n. 1099; Cass. 30 marzo 1981, n. 1820).

L’accertamento dell’impossibilità per il soggetto di provvedere al soddisfacimento dei suoi bisogni primari non può poi prescindere dalla verifica dell’accessibilità dell’alimentando a forme di provvidenza che consentano di elidere, ancorché temporaneamente, lo stato di bisogno (sì pensi, oggi, al reddito di cittadinanza di cui al D.L. n. 4 del 2019, convertito dalla L. n. 26 del 2019). È da credere, infatti, che, nella partita del diritto agli alimenti, la colpevole mancata fruizione di tali apporti giochi lo stesso ruolo dell’imputabile mancanza di un reddito di lavoro; nell’uno e nell’altro caso si delinea l’insussistenza di quell’impedimento oggettivo ad ovviare al lamentato stato di bisogno che è condizione per l’insorgenza del diritto in questione. (Cass, Sez. I, ord., 20 dicembre 2021, n. 40882)

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