Immutabilità del carattere
Che il carattere sia immutabile non è vero in senso stretto; questa frase corrente significa piuttosto unicamente che, durante la breve vita di un uomo, i motivi che agiscono su di lui non possono incidere abbastanza in profondità da cancellare i caratteri impressi da molti millenni. Se però ci si immaginasse un uomo di ottantamila anni, in lui si avrebbe addirittura un carattere assolutamente mutevole, sicché da lui verrebbero via via a svilupparsi una quantità di individui diversi. La brevità della vita umana conduce a parecchie affermazioni erronee sulle qualità dell’uomo.
Immutabilità del carattere tratto dal primo saggio filosofico del celebre saggista, filosofo e poeta tedesco Friedrich Nietzsche (Röcken, Sassonia-Anhalt, Germania 15 ottobre 1844 – Weimar, Germania, 25 agosto 1900): Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi (Menschliches, Allzumenschliches. Ein Buch für freie Geister), pubblicato in lingua tedesca in due parti tra il 1878 e il 1879.
L’opera è, in sostanza, una raccolta di aforismi incentrati sulla condizione esistenziale dell’essere umano e si compone di varie parti, suddivise in una Prefazione (paragrafi 1-8); Parte prima. Delle prime e ultime cose (aforismi 1-34); Parte seconda. Per la storia dei sentimenti morali (aforismi 34-107); Parte terza. La vita religiosa (aforismi 108-144); Parte quarta. Dell’anima degli artisti e degli scrittori (aforismi 145-223); Parte quinta. Indizi di cultura superiore e inferiore (aforismi 224-292); Parte sesta. L’uomo nel rapporto con gli altri (aforismi 293-376); Parte settima. La donna e il bambino (aforismi 377-437); Parte ottava. Uno sguardo allo Stato (aforismi 438-482); Parte nona. L’uomo solo con se stesso (aforismi 483-638); Tra amici. Un epilogo (poesia); Umano, troppo umano II.