“ Includiamo: minori svantaggiati autori di reato e reinserimento sociale ”.
Progetto finanziato dalla Chiesa Valdese
Vogliamo parlarvi di un attività entusiasmante che unisce i valori della solidarietà, del rispetto delle differenze e della legalità. Un attività progettuale che l’Associazione Aletes Onlus si pregia di aver avviato dal mese di Novembre 2016 insieme a giovani autori di reato beneficiari dell’istituto della messa alla prova. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di offrire ai giovani della messa alla prova di vivere ed assaporare esperienze reali di cooperazione e solidarietà, di capacità di saper rispettare le differenze e saperne trarre valore, e la capacità di lavorare in gruppo nel rispetto di regole definite.
Ci teniamo a sottolineare come questa attività progettuale si è resa possibile grazie al contributo della Chiesa Valdese che con I Fondi dell’Otto per Mille ha inteso supportare questa entusiasmante esperienza volta alla rieducazione e reinserimento dei giovani autori di reato ammessi alla prova.
Siamo consapevoli dell’esistenza di innumerevoli emergenze sociali e per questo motivo da parte nostra è ancor più apprezzabile lo sforzo compiuto dalla Chiesa Valdese nel supportare economicamente la nostra proposta progettuale.
L’Associazione Aletes nel mese di Novembre 2016 ha dato vita all’attività progettuale denominata “ Includiamo: minori svantaggiati autori di reato e reinserimento sociale ”, attività ancora in corso, grazie al contributo dei fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese.
L’attività è rivolta principalmente ai minori, autori di reato, e prevede il loro inserimento in un percorso a contenuto prettamente artistico– culturale, il tutto nell’ottica dell’inclusione sociale.
Più specificatamente, il minore, autore di reato, viene coinvolto, in modo attivo, rendendosi attore e non più spettatore passivo, di una iniziativa progettuale a sua volta destinata a persone svantaggiate.
Con la partecipazione di un piccolo gruppo di persone diversamente abili, oggetto di questa prima fase del progetto sono stati i meravigliosi scorci della città di Roma, sempre diversi, ponendo in primo piano i colori e le atmosfere tipicamente autunnali.
Il lavoro all’aperto, al di fuori delle mura laboratoriali, ha comportato una maggiore armonia nel gruppo favorendo l’interesse e la curiosità di tutti i partecipanti (persone diversamente abili e ragazzi della messa alla prova): in questa prima fase l’attività progettuale ha assunto i toni e le sfumature dei “I colori dell’autunno”.
Dopo i primi incontri nei quali, con un approccio più amichevole e soft, le persone diversamente abili sono state seguite sia dagli operatori dell’Associazione, sia dai ragazzi della messa alla prova il progetto ha assunto man mano una sua autonomia. Ciò ha comportato da un lato una minore intrusione degli operatori dell’Associazione e dall’altro un più graduale ingresso dei ragazzi della messa alla prova, che sono stati a disposizione nell’indirizzare le persone diversamente abili e aiutarli nelle difficoltà incontrate, nel disegno preparatorio così come nell’uso successivo dei colori ad acquarello.
Per ogni soggetto scelto da riprodurre, trattandosi di pittura dal vero, i ragazzi della messa alla prova hanno fatto una introduzione delle linee guida: impostazione, proporzione, tridimensione, per poi passare alla fase successiva “figura/paesaggio e luce”.
Il rapporto di collaborazione nel gruppo (persone diversamente abili e ragazzi della messa alla prova) ha fatto in modo che la scelta dei soggetti da rappresentare nei vari incontri, divenisse sempre più difficoltosa ma portata a termine con sempre maggior risultato: il percorso ha via via toccato diverse tappe principali da Villa Borghese dove le rappresentazioni pittoriche hanno avuto carattere prettamente naturalistico fino al Colosseo simbolo di Roma, dove le rappresentazioni hanno assunto forme architettoniche con diverse gradazioni della luce.
Gli incontri hanno dato la possibilità ai ragazzi sottoposti alla messa alla prova di entrare a contatto con la realtà della disabilità e di rapportarsi ad essa in modo adeguato e responsabile, modificando a volte il proprio atteggiamento, per mettersi a disposizione delle esigenze dell’altro, aiutandolo ed imparando a sua volta.
Ed in questo modo, i giovani messi alla prova hanno avuto ed hanno tutt’ora l’opportunità di sperimentare i valori della solidarietà e dell’integrazione unitamente ai valori della legalità intesa nel senso di rispetto di regole condivise della comunità.
L’arte anche in questo caso ha dimostrato di essere un valido strumento capace di unire realtà forse solo apparentemente differenti.
Da parte nostra proseguiamo con entusiasmo nello svolgimento delle citate attività sperimentando la gioia e l’emozione di trovare uniti, solidali ed integrati i giovani della messa alla prova con le persone disabili.
Non ci resta che ringraziare la Chiesa Valdese per aver reso possibile, attraverso il contributo concesso con i Fondi dell’Otto per Mille, questa entusiasmante esperienza progettuale.