La Dama di Shalott (o The Lady of Shalott) è un poema scritto dal poeta inglese Alfred Tennyson che trae origine dalla storia del re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, in particolare dalla leggenda di Elaine di Astolat, che il poeta introduce nella sua opera ispirandosi ad una antica novella italiana, la “donna di Scalotta”, del XIII secolo.
Elaine di Astolat è una bellissima ragazza che vive nella torre della rocca di Shalott, a Camelot.
Sulla giovane donna grava sin dalla sua nascita una maledizione: qualora avrebbe osato uscire dalla rocca o guardare fuori dalla finestra verso Camelot sarebbe morta. E così Elaine di Astolat, la Dama di Shalott, passa le sue giornate in solitudine a tessera la sua tela, guardando il mondo esterno attraverso uno specchio.
Ma un giorno Elaine di Astolat contro la maledizione vuole guardare fuori dalla finestra e osservare colui di cui è innamorata, Lancillotto, che cavalca verso Camelot.
La Dama di Shalott sale su una barca abbandonandosi alla corrente del fiume che la conduce verso Camelot: la maledizione si avvera conducendola in breve tempo alla morte.
Molti pittori e artisti del movimento preraffaelita traggono ispirazione per la realizzazione delle loro opere da tale poema romantico di Alfred Tennyson. In particolare, il pittore inglese William Holman Hunt raffigura la Dama di Shalott (dipinto del 1886–1905) all’interno della torre della rocca aggrovigliata dai fili della sua tela; alle sue spalle si trova lo specchio con l’immagine in lontananza di Camelot.
Un dipinto che, purtroppo, non trova molto consenso da parte del poeta Tennyson, in quanto la raffigurazione pittorica non rinviene conferma nel suo poemetto. Per converso, William Holman Hunt afferma che il suo intento è quello di sintetizzare la vicenda in una immagine nella quale i fili della tela rappresentano simbolicamente la prigione a cui la Dama di Shalott , suo malgrado, è destinata.