“La nave negriera” ( o The Slave Ship) è un dipinto (olio su tela, 91×122 cm) realizzato nel 1840 dal pittore inglese William Turner, e attualmente conservato presso il Museum of Fine Arts di Boston.
Un mare in tempesta, una piccola nave si scorge in lontananza mentre cielo e mare si uniscono nella tormenta, le onde giganti che si sfidano a vicenda e sulle quali il pittore proietta, come un faro, il rosso del tramonto; più in là, si intravedono una serie di corpi scuri che galleggiano nelle fredde acque insieme ai pesci e agli altri animali marini, pronti a consumare il loro pasto: Turner con “La Nave negriera” vuole rappresentare, forse a scopo di denuncia, la tratta degli schiavi.
Sebbene la schiavitù in Inghilterra era stata abolita, la stessa ancora sussisteva in altri paesi come gli Sati Uniti d’America. Un problema, a tratti sommerso, che William Turner vuola portare all’attenzione pubblica attraverso una tela di grandi dimensioni.
Invero, William Turner, uno dei più rinomati pittori britannici dell’Ottocento, trae ispirazione per la realizzazione dell’opera “La nave negriera” da un fatto realmente accaduto e storicamente accertato: cinquanta anni prima dalla realizzazione dell’opera, nel 1781 sulla nave Zong che trasporta degli schiavi in Giamaica a seguito dello scoppio di una epidemia ovvero per la carenza di cibo e di acqua, il comandante ordina all’equipaggio di gettare in mare più di cento schiavi africani, ancora vivi e incatenati.
La forza e l’equilibro del dipinto è tutta racchiusa nelle variazioni cromatiche.
I colori sono accesi e scenici; in particolare il rosso vivo e sanguigno, il giallo e l’arancio rimandono a una intensa sensazione di tragicità, di paralisi e di debolezza dell’essere umano contro la veemenza della natura.
Vita e morte si intrecciano in un solo istante ed emergono dalle acque del mare solo nelle pennellate di colore impresse sulla tela.