Sipicciano e la Cappella Baglioni

Sipicciano

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Sipicciano è un piccolo borgo dell’alta Tuscia, nel comune di Graffignano, nella valle del fiume Tevere, in provincia di Viterbo (ai confini tra il Lazio e l’Umbria).

Sipicciano risale al IX secolo, prima sotto il dominio di Viterbo e solo nel XIII secolo passa sotto il dominio della famiglia dei Baglioni, originaria di Perugia. La famiglia Baglioni dalla metà del 1400 fino al 1633 diventa proprietaria del Castello di Sipicciano o anche noto come Castello Baglioni.

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Sipicciano – centro storico

Oltre al Castello Baglioni, nel centro storico di Sipicciano si trova anche la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo al cui interno conserva la Cappella Baglioni con affreschi del XVI secolo.

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Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo

La facciata esterna della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, molto semplice, presenta un portale di ingresso rinascimentale e un rosone gotico. Accanto si trova il campanile a vela.

L’interno è una sola navata con l’altari laterali, decorati con affreschi ormai perduti, in particolare:

l’Altare dell’Annunciazione del quale restano solo piccoli frammenti di antichi affreschi, ormai perduti;

l’Altare del S.S. Crocifisso (risalente alla fine XV secolo) che conteneva un Crocifisso ligneo, sulla cui sommità era incisa la parola INRI. Oggi il Crocifisso si trova nella nuova chiesa parrocchiale di Sipicciano, posizionato su una nuova croce. Nel 1691 sull’altare veniva venerata Sant’Elena, ritratta in un quadro posto sotto il Crocifisso;

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Crocifisso ligneo (nuova parrocchia)

l’Altare del S.S. Rosario (risalente al XVIII secolo) che conservava una pala d’altare di scuola romana raffigurante la Madonna del Rosario con il Bambino in braccio, che porgono entrambi rosario a San Domenico e a Santa Monica. Tutto intono sono presenti 15 formelle quadrate, incorniciate da stucchi, una parte delle quali è andata distrutta, che rappresentano, a gruppi di cinque, i tre misteri gloriosi, gaudiosi e dolorosi. Oggi la pala si trova nella nuova chiesa parrocchiale di Sipicciano. Nel 1727 sull’altare è stata eretta la Compagnia del S.S. Rosario.

L’altare maggiore o del S.S. Sacramento con al centro il tabernacolo, (risalente alla fine XIV secolo – rimaneggiato nella seconda metà del XX secolo con l’eliminazione degli scalini per accedere al tabernacolo) è dedicato a Santa Maria Assunta in cielo con l’immagine collocata sulla parete dell’abside (l’originale si trova nella nuova chiesa parrocchiale di Sipicciano).

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Altare maggiore o del S.S. Sacramento

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Santa Maria Assunta in cielo (nuova parrocchia)

Il soffitto è a capriate lignee.

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interno con il soffitto a capriate lignee

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Fonte Battesimale (fine XV secolo)

 

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nicchia degli Olii Santi

A destra dell’altare maggiore, accanto all’Altare del S.S. Rosario si trova l’ingresso per la famosa Cappella Baglioni che contiene un ciclo pittorico, sulla volta e sulle pareti laterali, incentrati sulla vita di San Francesco d’Assisi. Si tratta di un particolare esempio di pittura tardo-manieristica in area viterbese (secolo XVI).

Nella volta sono raffigurati cinque riquadri con i seguenti eventi della vita del Santo d’Assisi:

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la volta

 

 

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San Francesco guarisce un fanciullo idropico

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San Francesco restituisce la vista ad una donna

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San Francesco guarisce uno storpio

San Francesco, la Vergine e il Bambino

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San Francesco guarisce una donna dalle mani rattrappite

Sulle pareti pareti laterali si trovano gli affreschi raffiguranti San Francesco guarisce un lebbroso (parete destra) e San Francesco e il miracolo delle resurrezione (parete sinistra).

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San Francesco guarisce un lebbroso

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San Francesco e il miracolo delle resurrezione

 

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San Francesco e il miracolo delle resurrezione – dettaglio

Committente degli affreschi è Alberto Baglioni tra il 1577 e il 1582 come luogo dove essere sepolto insieme ai membri della sua famiglia. Alla morte di Alberto succedono i figli Federico e Pirro II che portano a termine i lavori nel decennio 1591-1601, incaricando l’architetto perugino Troiano Schiratti, di Soriano. Per quanto concerne l’identità del pittore che realizza e il ciclo di affreschi dedicati a San Francesco d’Assisi si è ipotizzato inizialmente il pittore viterbese Orazio Bernardo (a cui sono attribuiti anche le decorazioni l’Aula Magna del Palazzo Baglioni) e in seguito il pittore romano Marzio Ganascini (allievo del Cavalier d’Arpino), ipotesi che appare maggiormente convalidata. Sembrerebbe, infatti che la sua raffigurazione compaia nell’affresco della parete destra “San Francesco guarisce un lebbroso”: si tratta del giovane di spalle, alto e biondo, posto sullo stesso piano della figura di San Francesco la cui immagine risulta come una sorta di firma dell’opera.

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immagine del pittore romano Marzio Ganascini

L’altare maggiore conserva la pala raffigurante San France­sco che riceve le stimmate, opera di Durante Al­berti di Borgo San Sepolcro (databile al 1601).

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San France­sco che riceve le stimmate. Opera di Durante Al­berti

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San France­sco che riceve le stimmate (nuova parrocchia)

 

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