Tempo, spazio: necessità. “Uno, nessuno, centomila”

TempoTempo, spazio: necessità. “Uno, nessuno, centomila”

Tempo, spazio: necessità. Sorte, fortuna, casi: trappole tutte della vita.
Volete essere? C’è questo. In astratto non si è. Bisogna che s’intrappoli l’essere in una forma, e per alcun tempo si finisca in essa, qua o là, cosí o cosí. E ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena d’esser cosí e di non poter piú essere altrimenti. Quello sbiobbo là, pare una burla, uno scherzo compatibile sí e no per un minuto solo e poi basta; poi dritto, su, svelto, agile, alto…. ma che! sempre cosí, per tutta la vita che è una sola; e bisogna che si rassegni a passarla tutta tutta cosí.
E come le forme, gli atti.
Quando un atto è compiuto, è quello; non si cangia piú. Quando uno, comunque, abbia agito, anche senza che poi si senta e si ritrovi negli atti compiuti, ciò che ha fatto, resta: come una prigione per lui. Se avete preso moglie, o anche materialmente, se avete rubato e siete stato scoperto; se avete ucciso, come spire e tentacoli vi avviluppano le conseguenze delle vostre azioni; e vi grava sopra, attorno, come un’aria densa, irrespirabile, la responsabilità che per quelle azioni e le conseguenze di esse, non volute o non previste, vi siete assunta. E come potete piú liberarvi?
Già. Ma che intendete dire con questo? Che gli atti come le forme determinano la realtà mia o la vostra? E come? perché? Che siano una prigione, nessuno può negare. Ma se volete affermar questo soltanto, state in guardia che non affermate nulla contro di me, perché io dico appunto e sostengo anzi questo, che sono una prigione e la piú ingiusta che si possa immaginare.

(cit. Uno, Nessuno, Centomila, 1926 romanzo di Luigi Pirandello)

Un capolavoro unico dove lo sgretolamento della personalità dell’essere umano è il tema centrale, che Luigi Pirandello riesce a rappresentare con assoluto umorismo, contorniato da una vena a tratti sarcastica.

L’opera è incentrata su un unico personaggio, Vitangelo Moscarda, il classico uomo medio, rappresentato in un continuo dualismo tra la realtà e l’apparenza, tra le abitudini e le convenzioni.

Vitangelo Moscarda è un uomo emblematico, raggomitolato all’ interno del suo dramma, del suo passato e del suo presente. Vorrebbe essere Uno, ovvero essere riconosciuto dagli altri, in primis dalla moglie, con la sua personalità, unica e particolare. La proiezione verso il mondo esterno lo fa diventare Centomila: gli occhi degli altri lo fanno divenire un uomo sempre diverso, in continuo mutamento. Riesce a sottrarsi dall’enigma accettando di essere Nessuno, un anonimo,  ovvero rinunciando alla sua personalità presente e rinunciando ad acquisirne una per il futuro.

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