Vincent Van Gogh (1853 – 1890) può essere definito uno dei più importanti artisti in assoluto di ogni tempo. Caratterizzato da una tensione interiore, che lo condusse alla follia, lo spinse ad usare il colore come principale mezzo di espressione.
Al di fuori di ogni suggestione naturalistica, passò ben presto dalle tonalità chiare e intense dell’impressionismo ad un cromatismo violento, ad una esasperazione quasi allucinata delle immagini.
Con grande sensibilità sapeva riprodurre la tragedia della condizione umana, vissuta di persona, in un travaglio tormentoso. Anche a causa di ciò la sua pittura influì sulla nascita dell’Espressionismo e della pittura moderna.
All’origine del suo viaggio artistico, la tavolozza era ricca di bruni e di bistri (polveri nere) illuminati da tratti di biacca.
Lo scopo di Vincent Van Gogh era quello di comunicare a tutti la povertà e la durezza della vita contadina: usò una pittura realista basata su toni scuri e terrosi.
A contatto con gli Impressionisti riuscì invece ad apprezzare i colori chiari e luminosi e, attraverso essi, con tocchi spezzettati e toni contrastanti, continuò ad esternare la sua interna inquietudine.
Nel 1888 si trasferì ad Arles, in Provenza, e in quindici mesi dipinse quasi duecento quadri, tra cui alcune delle sue immagini più serene (“Barche a Saintes Maries”, “La pianura della Crau”, “Caffè di notte”, “Vaso con girasoli”) . I colori solari, verde smeraldo, rosso carminio, azzurro cobalto, giallo oro… rispecchiano l’entusiasmo per la scoperta della luce del Sud della Francia.
Fu raggiunto dal suo amico Gauguin nella “Casa Gialla” in cui abitava, con il proposito di formare una comunità artistica, ma la convivenza si rivelò ben presto impossibile.
Ebbero inizio le crisi di alienazione mentale che lo costrinsero a lunghi periodi di degenza in vari ospedali psichiatrici. E’ il periodo degli autoritratti con l’orecchio tagliato, di “Campo di grano con cipressi”, di “Strada con cipresso e stelle”, in cui le linee sono ondose e anche il colore è scavato in turbinii come la sua interiorità.
Tornato a Parigi dipinse paesaggi, nature morte, ritratti, alberi tormentati come esseri umani. Bellissimo il “Campo di grano con volo di corvi” in cui si scorge il suo animo perturbato rappresentato da simboli che rimandano ai suoi disturbi mentali.
Le opere di Vincent Van Gogh ebbero successo solo dopo la sua morte, ed esercitarono una profonda influenza propositiva sul corso dell’arte del ventesimo secolo grazie alle sue innovazioni formali ed espressive, in cui il colore, la materia, la gestualità, il sogno sono portate al massimo della tensione e dell’energia vitale.
Vincent Van Gogh fu pittore della fisicità ma la visse nei suoi conflitti morali con una potentissima energia d’amore e di fraternità considerata folle e non comunicabile.
un pittore unico eccezionale un vero genio