Nel febbraio del 1910, sotto la guida di Marinetti, un gruppo di pittori lancia a Milano il “Manifesto dei pittori futuristi” e nel 1912 verrà pubblicato “Il Manifesto tecnico della pittura futurista”.
Nel gruppo di pittori futuristi spiccano:
Carlo Carrà. Nell’ambito della pittura futurista è il più particolare. Interpreta il dinamismo in forme che non rinunciano mai totalmente ai valori plastici e pittorici. Allievo del paesaggista Cesare Tallone che lo indirizza ad un vivido e solido naturalismo convinto dell’importanza della ricerca luministica e del richiamo alla plasticità formale degli antichi. Studia poi i divisionisti, in seguito conosce l’intima struttura della materia dallo scultore Medardo Rosso che ama tendere verso una luce che emoziona, rileggendo le opere antiche secondo una sua caratteristica carica ironica. Conoscendo Boccioni tuttavia, si sposta verso la pittura futurista per poi allontanarsi dal gruppo per divergenze con Filippo Tommaso Marinetti. Nel 1917 incontra De Chirico e immediatamente adotta l’idea dei suoi manichini inserendoli in ambienti claustrofobici.
Giacomo Balla. Inizialmente interessato al divisionismo francese, successivamente attratto dal divisionismo italiano, maggiormente attento alla problematica sociale. Scompone il movimento secondo una metodologia analitica che n’evidenzia la struttura sequenziale. Accetta con entusiasmo le idee dei giovani colleghi (essendo il più anziano nel gruppo dei futuristi) studiando lo svolgersi del movimento nello spazio della pittura futurista. Sempre impegnato nel ricercare equivalenti grafici del movimento. Balla esaurisce la sua stagione futurista approdando ad un linguaggio che lascia ormai presagire all’Astrattismo (Volo di rondini).
Gino Severini. Assume il principio dinamico creando piani luce di un tenue e raffinato cromatismo che ricorda Seurat. Più autonomo e svincolato dai suoi colleghi, interpreta la pittura futurista in una maniera personale senza subirne in alcun modo i confronti. Sulla base della scomposizione cromatica, sviluppa un originale sincretismo (quale unificazione armonica di tendenze divergenti) di varie istanze d’avanguardia (Nord-Sud, Fanciulla+Strada+Atmosfera). Aderisce alla pittura futurista per libera espressione della stessa, dandone una versione lirica e luminosa, dove il tocco puntinista si trasforma in una tecnica di piccole e piatte zone di colore, frastagliate da una linea segmentata che dona ritmo al movimento. La sua versione è limpida e spontanea perché completamente insofferente di programmi.
Luigi Russolo. Pur non avendo un’originale forza creativa è il più fedele e scrupoloso artefice delle teorie alla base della pittura futurista. Oggetti principali delle sue ricerche divengono i suoni e i rumori, sia nella pittura sia nello studio della musica. Le sue immagini sono caratterizzate da accese e contrastanti cromie.