Umberto Boccioni: Genuino Interprete del Movimento Futurista

Umberto Boccioni fa parte di quel un gruppo di pittori, che sotto la guida di Marinetti, lancia a Milano il “Manifesto dei pittori futuristi” nel Febbraio del 1910.

Il Boccioni individua in Pellizza da Volpedo le caratteristiche di un’arte viva di idee, attivamente impegnata nella società, carica di significati interiori che ben risponde al suo temperamento ardente e appassionato.

Giuseppe Pellizza ci mostra in alcuni suoi quadri come Ambasciatori della fame, Fiumana, e soprattutto Quarto Stato, come allegoria sociale, il popolo che avanza verso un futuro radioso, lasciandosi alle spalle l’età dell’oppressione. La massa che avanza non è però inerte, ma il gestire delle mani, dei piedi e il gioco delle ombre movimentano la sua rappresentazione producendo un’ondulazione.

Una lezione di dinamismo che colpisce Umberto Boccioni.

Sulla base dell’insegnamento cubista, Umberto Boccioni  introduce emotività nelle sue opere. Suo maestro di naturalismo divisionista è Giacomo Balla. I suoi concetti di dinamismo e simultaneità derivano da una diretta e originale lettura e interpretazione filosofica di Hanri Bergson (1859 –1941):

l’essenza della vita, dell’universo e della realtà è lo slancio vitale, un’energia che dona la vita – come l’eros di Platone – e il dinamismo del mondo è un’evoluzione creatrice.

Un concetto che nasce da un’esigenza d’energia psicomotoria associata ad uno sprint interiore.

Nasce così, da tutte queste influenze, la sintesi futurista dell’elemento plastico e cromatico.

umberto boccioni

La città che sale. Museum of Modern Art (Guggenheim), di New York

La città che sale è la prima grand’opera di Umberto Boccioni in tal senso.

Subito dopo dipinge quadri in cui sono realizzate la compenetrazione dinamica dei piani e la costruzione su linee di forza determinanti l’unità spaziale tra oggetto e ambiente: Visioni simultanee, La risata, Gli addii, Quelli che vanno, Quelli che restano.

Gli anni dal 1912 al 1914 sono caratterizzati da una frenetica attività creativa: “Elasticità, Materia, Dinamismo di un foot-baller, Dinamismo di un cavallo in corsa + case…. “

Dagli Espressionisti ricava la violenta carica sentimentale, la forza d’urto, e i gesti di prepotente vitalità. I quadri di quest’epoca testimoniano il ritmo ansioso e convulso di una civiltà in continuo sviluppo, il turbinio delle macchine, il fascino della velocità.

Ciò che interessa Umberto Boccioni non è la semplice realtà ma l’eco che questa frenesia suscita nello spirito dell’uomo. I c.d. “stati d’animo”, come li definisce, e che daranno il titolo a tre suoi celebri quadri.

Nel tradurre in termini figurativi questo programma gli viene in aiuto il linguaggio cubista. Ma agli schemi preordinati dei cubisti (tra cui Picasso), Umberto Boccioni contrappone la libera manifestazione delle sensazioni soggettive.

Umberto Boccioni traduce in forme cariche di emotività il pandinamismo comune ai futuristi.

Nel 1915 parte come volontario per la guerra e in quest’anno opera un primo distacco dal movimento futurista: attenua l’elemento dinamico ma serba il suo interesse per l’immagine plastica, mediata dallo studio di Cézanne.

Questo nuovo periodo che è bruscamente interrotto dalla morte dell’artista nel 1916 (ironia della sorte, cade da un cavallo in corsa), culmina nel “Ritratto del maestro Busoni” (Galleria Nazionale di arte Moderna di Roma).

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *