Secondo Futurismo: il trasferimento a Roma

La nascita del c.d. “secondo futurismo” con conseguente trasferimento del movimento a Roma avviene a seguito della morte del Boccioni nel 1916 durante la prima guerra mondiale.

In quegli anni, caratterizzati da forte inquietudine dal punto sociale e artistico, il Carrà e il Severini si avvicinano al Cubismo.

Ne consegue lo scioglimento del famoso gruppo milanese.

Attorno a Marinetti si riuniscono nuovi artisti come F. Depero, F. Cangiullo, Rougena Zatkova e ancora Balla. Sentono tutti vivamente la necessità di ampliare la progettazione futuristica nel campo del teatro, del cinema, dell’architettura, del cartellonismo insieme ad una più concreta interferenza con il reale.

Fortunato Depero scrive, insieme a Balla, il manifesto della Ricostruzione futurista dell’Universo che segna il passaggio dal primo al secondo Futurismo, in altre parole da un movimento tenacemente legato alla pittura e alla scultura, ad un proseguimento che porge la sua attenzione agli altri aspetti dell’arte, in particolar modo, alle arti applicate.

Fortunato Depero, originalissimo artista, realizza scenografie per spettacoli teatrali, (memorabile quella per il balletto, Le chant du rossignol di Stravinsky), coloratissimi arazzi (veri e propri quadri di stoffa dai diversi colori), manifesti pubblicitari, soprammobili, mobili, giocattoli.

Coloratissimi e simbolici anche i panciotti che indossa insieme a Marinetti al Congresso Futurista del 1924 ove il suo intervento è davvero a trecentosessanta gradi, attento soprattutto all’uso paritetico dei materiali utilizzati.

Già dal 1916 Depero usa pezzi di sedie, cartone, carta stagnola preannunciando l’arte del Dadaismo (la corrente che si rivolta contro tutti i valori tradizionali ed esalta l’irrazionale e l’istintivo).

Momenti d’adesione alla poetica futuristica sono rilevabili nell’opera anche d’altri artisti come Mario Sironi, che interpreta il Futurismo in modo alquanto eterodosso e per il quale rappresenta un primo momento di riflessione sul tema della civiltà urbana e industriale.

Ardengo Soffici  scrittore e fondatore insieme a G. Papini della rivista futurista Lacerba, Ottone Rosai , Giorgio Morandi  e altri.

 

 

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