Brughiera. Poesia di Antonia Pozzi

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I
Accoccolato tra le pervinche
sfuggi
la furia ansante dei cavalli
e l’urlo
dei cani al sole.
Tu sei come il ramarro verde e azzurro
che del proprio rumore si spaura
e hai cari
questi ciliegi appena in fiore, quasi
senz’ombra.
Tenui
profili di colline alle tue ciglia:
e all’orecchio
così curvo sull’erica riarsa
a quando a quando il rombo
dei puledri lanciati per la piana.
II
Con le farfalle raso terra
esitavi
al fiorire della ginestra:
e ad un tratto
enormi ali ti dà
quest’ombra trasvolante in rombo.
Ora ridi,
acciaio splendido,
all’ombroso
imbizzarrirsi dei cavalli, al pavido
balzare delle lepri fra i narcisi.
III
Indugiano
carezze non date
fra le dita dei peschi
e gli sguardi
d’amore che mai non avemmo
s’appendono alle glicini sui ponti –
Ma il fiume
è densa furia d’acque senza creste, nel grembo
porta profondi visi di montagne:
e all’immenso
svolto dei boschi trova lieve il vento,
tocca le fresche nuvole
d’aprile.

Antonia Pozzi (Milano, 13 Febbraio 1912 – Milano, 3 Dicembre 1938) è stata una famosa poetessa e fotografa di origine milanese.

Antonia Pozzi nasce all’inizio del Novecento da una famiglia aristocratica milanese; il padre Roberto Pozzi è un noto avvocato, la madre Lina Cavagna Sangiuliani è una contessa. Ne consegue che il contesto familiare ed economico nel quale Antonia Pozzi nasce e cresce le consente di ricevere una ottima educazione ed istruzione. Frequenta il  liceo classico Manzoni di Milano, e successivamente l’Università statale sempre nella città di Milano giungendo brillantemente alla laurea nel 1935 con una tesi su Gustave Flaubert.

Ma gli anni dell’adolescenza sono quelli più particolari, che la segnano sentimentalmente e culturalmente, infatti Antonia Pozzi si innamora del suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, una relazione intensa e passionale che coinvolge Antonia non solo sotto il profilo fisico ma soprattutto intellettuale. La relazione verrà poi interrotta dai suoi genitori.

Man mano Antonia Pozzi accresce il suo interesse per la poesia, la prosa, la musica e la fotografia, attività che spesso realizza rifugiandosi nella villa di famiglia a Pasturo, ai piedi del massiccio montuoso del Gruppo delle Grigne, nella provincia di Lecco, collegandole al suo intenso amore per la montagna, per la natura e per la vita alpina. Tutti elementi che si riscontrano nei suoi scritti.

Ma l’intensa vocazione artistica e il suo geniale talento letterario si scontrano con l’angoscia del suo animo e un acceso conflitto con il tema della religione: il 3 dicembre del 1938 la crisi esistenziale la conduce al suicidio mediante l’ingestione di barbiturici. Antonia Pozzi muore alla sola età di soli ventisei anni davanti l’Abbazia di Chiaravalle.

La famiglia negò sempre il suicidio attribuendo la causa della morte di Antonia Pozzi ad una polmonite.

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