Cavalli in riva al mare. Opera di Giorgio de Chirico

Cavalli in riva al mare

Cavalli in riva al mare. Opera di Giorgio de Chirico. Museo Carlo Bilotti di Roma.

I Cavalli in riva al mare è un dipinto (olio su tela, cm 129,5 x 96,5) realizzato intorno al 1927-1928 circa dal celebre pittore italiano Giorgio De Chirico, annoverato come il principale esponente della Pittura metafisica, ed attualmente conservato presso il Museo Carlo Bilotti di Roma.

Giorgio De Chirico (Volo, Grecia, 10 Luglio 1888 – Roma, 20 Novembre 1978) è stato un celebre e rinomato artista italiano, tra i grandi della pittura del Novecento. Intorno al lavoro di Giorgio de Chirico e dall’incontro con il pittore futurista Carlo Carrà nel 1910 si sviluppa la Metafisica. Si tratta della corrente pittorica più importante del XX secolo e aspira a superare i limiti del visibile e del reale, rivelando il significato inquietante degli oggetti attraverso il loro inconsueto accostamento in un clima di suggestione e di mistero.

La Metafisica si caratterizza per l’ordine e la chiarezza compositiva nella pittura: le scene sono in pratica nitidissime, senza deformazioni (in tal senso, come non citare i famosi manichini di De Chirico). I quadri raffigurano oggetti e forme riconoscibili, collocati in spazi ben definiti dal punto di vista architettonico e cromatico, ma i vari elementi appaiono coordinati in maniera assurda, apparentemente senza nessi tra loro.

Il dipinto Cavalli in riva al mare (del quale vi sono più versioni, con alcune variazioni, tutte per lo più eseguite nello stesso periodo, ovvero durante il suo secondo soggiorno a Parigi) raffigura due cavalli (dai colori diversi: uno più chiaro e uno più scuro) che avanzano lentamente su una spiaggia isolata, eleganti e maestosi. Le ampie criniere sono tese al vento e le folte code arrivano fino a terra, ed evidenziano la libertà e la forza del cavallo, indiscusso protagonista della storia e della mitologia, greca e romana.

Un antico tempio è posto sullo sfondo, il frontone galleggia nelle acque calme del mare e frammenti architettonici e resti di colonne sono sparsi sulla spiaggia (che ricordano le origini greche di De Chirico). All’immobilismo dei due animali si contrappone la luce del crepuscolo che domina interamente la scena, fornendo una sensazione mistica e surreale.

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