La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo si trova nel centro di Buonconvento, caratteristico borgo (inserito nella lista Borghi più Belli d’Italia) nella Valle dell’Ombrone; siamo all’interno delle Crete Senesi, in provincia di Siena, in Toscana (diocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino). Si tratta di una piccola e antica chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, patroni di Buonconvento, e che in origine ospitava numerose opere d’arte.
La costruzione originaria della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo risale al XIV secolo (databile 1103), come si ricava dall’iscrizione su una pietra collocata sul lato sinistro della facciata. Successivi restauri in stile barocco risalgono all’inizio del Settecento mentre il campanile viene rifatto all’inizio dell’Ottocento.
La facciata esterna è in stile barocco senese, in mattoni rossi e qualche elemento in travertino bianco e risale al 1723 mentre l’interno, a tre navate e senza cappelle laterali, risente dei rifacimenti baroccheggianti eseguiti nel corso del Settecento.
In origine nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo erano collocate diverse opere d’arte, oggi per lo più conservate all’interno del Museo di arte sacra della Val d’Arbia, sito nel vicino Palazzo Ricci Socini a Buonconvento dove è possibile ammirare importanti opere che vanno dal XIII al XIX secolo.
Restano ancora conservate all’interno dell’edificio religioso un affresco situato sul lato destro e raffigurante l’Incoronazione della Vergine di un ignoto artista senese del primo Quattrocento;
una tavola situata sul lato destro e raffigurante la Madonna in trono col Bambino e due angeli, realizzata intorno al 1450 circa, dal pittore toscano Matteo di Giovanni, conosciuto anche come Matteo da Siena (Borgo Sansepolcro, 1428 circa – Siena, 1495);
una tavola situata sul lato sinistro e raffigurante la Madonna in trono col Bambino e santi del pittore senese Pietro di Francesco Orioli (Siena, 1458 – Siena, 1496) risalente alla seconda metà del XV secolo.
Infine ai lati dell’abside sono collocate altre due tele risalente al Seicento delle quali non si conosce l’autore.