La Chiesa di San Domenico si trova in Piazza Tommaso Campanella, sulle rive del fiume Busento, nel centro storico di Cosenza, in Calabria.
La Chiesa di San Domenico e l’adiacente convento vengono costruiti tra il 1441 e il 1468 dai Domenicani su una precedente chiesa dedicata a San Matteo. La costruzione avviene grazie al sostegno della famiglia Sanseverino, in particolare per volere del principe di Bisignano Antonio Sanseverino.
La facciata esterna, in stile gotico, conserva l’antico rosone e l’arco che poggia sul portale d’ingresso ligneo intagliato e datato 1612, mentre la grande cupola, rivestita di rame nel dopoguerra, richiama lo stile barocco.
L’interno, in stile barocco, è ad una sola navata e risente del restauro del 1700. L’altare maggiore, in marmi policromi, conserva una copia raffigurante San Domenico Soriano (datato 1721).
Tra le opere d’arte custodite all’interno della chiesa occorre citare il dipinto raffigurante il Miracolo di San Vincenzo Ferreri, raffigurato con l’abito domenicano, (saio bianco e mantello nero), opera di Stefano Liguoro (datato 1710);
il dipinto raffigurante la Deposizione dalla croce, opera del maestro Antonio Granata di San Fili (datato 1793);
il gruppo marmoreo della Madonna col Bambino o Madonna della Febbre risalente al XVI secolo, attribuito allo scultore napoletano Giovanni da Nola (al secolo Giovanni Merliano) con la rappresentazione nella lunetta di Dio Padre benedicente, sul paliotto la Deposizione di Gesù e ai lati si trovano le statue San Domenico e San Pietro Martire (datato 1540);
la Cappella del Rosario costruita tra il 1630 e il 1640 e il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario tra i Santi Domenico e Agnese da Montepulciano attribuita al maestro Antonio Granata di San Fili.
La cupola all’interno è decorata con stucchi, opera dello scultore napoletano Giovanni Calì, mentre il coro ligneo risale alla prima metà del 1600, è stato realizzato dal maestro Fabrizio Volpe da Paterno.
Annessa alla chiesa si trova l’antico convento e il chiostro con al centro, un pozzo recante lo stemma della famiglia Ruffo; in tali luoghi trovò ospitalità nel 1588 il filoso Tommaso Campanella.