Ritorniamo ai nostri due geni preferiti, Francesco Borromini e Gian Lorenzo Bernini, e andiamo a visitare un altro luogo dove i due si ritrovano vicini, la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma.
Qui lavorò Borromini dal 1653 al 1667 anno della sua morte, eseguendo l’abside, il tamburo della cupola e il campanile; mentre all’interno della Chiesa sono custoditi i due splendidi angeli che Gian Lorenzo Bernini eseguì per Ponte Sant’ Angelo nel 1667.
Otto delle dieci statue furono eseguite dagli assistenti mentre la statua con il “cartiglio” e la statua con la “corona di spine” sono personali del Bernini.
La Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte sorse sul finire del XII secolo e dopo vari cambiamenti nel 1585 fu affidata da Sisto V all’ordine dei Minimi di San Francesco di Paola; a causa delle precarie condizioni del tempio, i religiosi furono costretti ad una ricostruzione dell’ edificio grazie alle, seppur dilazionate nel tempo, sovvenzioni del marchese Paolo del Bufalo che abitava nel palazzo di famiglia poco distante dalla chiesa.
Dopo una serie di prime impostazioni dei lavori, nel 1653 arrivò Francesco Borromini; la cupola e il campanile sono eccezionali; le linee concave e convesse si susseguono in un armonia perfetta, il campanile è particolarissimo, un vero gioiello, decorato con una serie di cariatidi in veste di angeli, torce fiammeggianti e spirali con volute che sostengono una croce diagonale ( simbolo di Sant’Andrea) e un bufalo ( stemma della famiglia committente).
Come se non bastasse , un’altra particolarità del campanile, è il soprannome “ballerino” perché quando la grande campana suona la struttura oscilla vertiginosamente.
Particolare è inoltre il contrasto tra i due elementi, il tiburio privo di rivestimento, in mattone grezzo e il campanile bianco ed estremamente curato.
L’interno della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte è la navata unica con tre cappelle per lato, decorata con grandi tele del seicento e settecento.
L’attrazione maggiore restano le due statue del Bernini; papa Clemente IX Rospigliosi le considerò troppo preziose per esporle all’aperto su Ponte Sant’Angelo, anche perché probabilmente, le voleva tenere per se e spedirle a Pistoia, città natale della sua famiglia. Dopo la morte del pontefice, la statue rientrarono in proprietà di Bernini e solo nel 1729 furono donate e trasferite nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.
La Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, altro luogo dove si intrecciano le vite dei due geni dell’arte.