Pulcino della Minerva. Opera di Gian Lorenzo Bernini

pulcino della minerva

Nel nostro giro alla scoperta di Roma barocca e alla contrapposizione di due grandi geni, Bernini e Borromini, ci siamo lasciati a Sant’Ivo alla Sapienza; torniamo nuovamente su Gian Lorenzo Bernini, e passeggiando per Roma, lo troviamo in una altra opera, il “ Pulcino della Minerva ”, siamo appunto a Roma, nella Piazza della Minerva.

Circa alla fine del 1665 nel giardino maggiore del convento dei Domenicani, fu rinvenuto un obelisco di granito rosa di m 5,47 perfettamente conservato.

Così si pensò di costruire una base per poterlo esporre nella piazza antistante la chiesa.

Nella biblioteca Vaticana si trovano dieci progetti per l’erezione dell’obelisco, di cui solo tre sono autografi di Gian Lorenzo Bernini mentre gli altri appartengono alla sua bottega.

Si pensa che il progetto unico del Bernini fosse quello con l’Ercole, il quale, piegato su stesso, sostiene l’obelisco.

Come si arriva ad un elefante statico e reso più pesante da una gualdrappa?

Sembra che il domenicano padre Paglia abbia notevolmente influito nella scelta del soggetto, ispirandosi ad un libro bizzarro, di un altro domenicano, Francesco Colonna, Hypnrotomachia Poliphili (la battaglia d’amore in sogno di Polifilo) che raccontava la storia di un certo Polifilo, il quale durante un suo viaggio fantastico si imbattè in un elefante di pietra con sopra un obelisco con una base quadrangolare a sorreggerlo sotto la pancia.

Così dopo esser stata bocciata l’idea dell’Ercole, il Bernini presentò la sua opera, l’elefante con il vuoto sotto, ma anche questa fu modificata, fino ad arrivare a ciò che vediamo oggi. Imposta la base sotto l’elefante, il Bernini, aggiunse a copertura del cubo la gualdrappa, ispirandosi ad una disegnata nel libro del Colonna.

Bernini affidò la realizzazione ad un suo allievo, Ercole Ferrata e nel 1667 vide la luce un piccolo elefante immobile e pesante tanto che la gente iniziò a chiamarlo “PORCINO DELLA MINERVA” che mutò in PULCINO per un motivo fonetico, in più in romano pulcino si pronuncia “PURCINO”  e così IL PULCINO DELLA MINERVA.

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