Diana Recco

Diana Recco acqueDiana Recco è stata una leggendaria eroina vibonese, la donna che, secondo le fonti storiche, con il suo coraggio e la sua determinazione, nel XVI secolo vendica l’omicidio cruento dei sette cittadini e martiri di Monteleone (oggi Vibo Valentia) in Calabria, tra cui il padre e il fratello della stessa.

A  metà strada tra leggenda e realtà si narra che intorno al 1500 la cittadina di Monteleone (oggi Vibo Valentia) viene occupata dal conte Ettore Pignatelli che sostiene, falsamente, di averla acquistata in feudo qualche tempo prima dal re Federico II di Aragona, ormai defunto. Ma di fronte alla accesa manifestazione contraria del popolo di Monteleone, il conte affida al questione a tale Giovanni del Tufo che si insidia nel Castello Normanno Svevo di Vibo Valentia. Qui con il pretesto di trovare un accordo con i cittadini monteleonesi accoglie i capi della rivolta, uccidendoli e esponendo i loro resti dalle torre merlate del castello.

I corpi senza vita dei sette cittadini e martiri monteleonesi, Giovanni Recco, Ortensio Recco, Gian Battista Capialbi, Domenico Milana, Francesco D’Alessandria, Sante Noplari, Tolomeo Ramolo, vengono mostrati senza ritegno o pietà, ed hanno l’obiettivo di simboleggiare la giusta e sanguinosa punizione per la manifesta ribellione.

Due dei sette martiri, Giovanni Recco e Ortensio Recco sono rispettivamente il padre e il fratello di Diana Recco, la quale qualche tempo più avanti realizza la sua vendetta personale.

Nel 1519 durante le nozze della figlia di Giovanni del Tufo a Lavello, in Basilicata, Diana Recco lo uccide trafiggendolo al cuore con un pugnale, e approfittando della confusione della cerimonia riesce a fuggire, facendo perdere definitivamente le sue tracce.

La figura di Diana rimane nella leggenda e nella storia nazionale, e per tali ragioni merita una dovuta citazione; del resto si narra che il rumore degli zoccoli del suo cavallo aleggia tutt’ora nel cortile del Castello Normanno Svevo di Vibo Valentia.

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