Proseguiamo il nostro ipotetico viaggio fino alla prossima tappa, ci troviamo ad Orvieto, in Umbria e andiamo a visitare il monumento più importante della cittadina il Duomo.
Cattedrale di Santa Maria Assunta, è il principale luogo di culto cattolico di Orvieto, capolavoro dell’architettura gotica dell’Italia centrale.
L’inizio della costruzione del Duomo è nel 1290 per volere di Papa Niccolò IV. Disegnato in stile romanico, assume poi nel corso del tempo e con il susseguirsi di addetti ai lavori le prime forme gotiche.
Nei primi anni del trecento Lorenzo Maitani, scultore e architetto senese, assunse il ruolo di capomastro. Decise, quindi, di ampliare in forme gotiche l’abside e il transetto e determinò, anche se non la portò a termine, l’aspetto della facciata.
Alla sua morte si susseguirono vari scultori e architetti anche per periodi brevi.
Furono costruite tra il 1350-1356 la Cappella del Corporale; tra il 1408-1444 la Cappella di San Brizio affrescata solo nel (1447-1504)
Alla facciata lavorarono più di venti artisti differenti ma nonostante questo si presenta equilibrata ed uniforme nello stile. Quattro contrafforti terminanti con una guglia dividono la facciata in tre settori; le strombature dei portali, i bassorilievi ai fianchi, la loggia, il rosone centrale, le edicole, le statue, i fasci di pilastri e le guglie creano motivi e movimento che ben contrastano con la superficie piana e rilucente dei mosaici.
L’interno del Duomo risale al XIII e XIV Sec. ed è a pianta basilicale, tre navate ampie e luminose con soffitto a capriate lignee; dieci pilastri circolari e archi a tutto sesto dividono lo spazio in sei campate. Il transetto è formato da tre campate coperte da volte a crociera, dalle due estremità destra e sinistra si aprono rispettivamente, la Cappella di San Brizio, dove troviamo le decorazioni pittoriche di Beato Angelico e Luca Signorelli e la Cappella del Caporale, che conserva la preziosa reliquia per cui il Duomo di Orvieto è nato, ovvero il lino insanguinato o corporale, usato durante la messa di Bolsena (1263), dal sacerdote Pietro da Praga, macchiato dal sangue schizzato, durante la rottura dell’ostia, al momento della celebrazione eucaristica.