Émilie du Châtelet (Parigi, 17 Dicembre 1706 – Lunéville, 10 Settembre 1749) è stata una famosa scrittrice, fisica e matematica francese, considerata una delle menti più brillanti nelle discipline scientifiche e umanistiche del 700, anche se oggi, ormai, è quasi dimenticata.
Di origini aristocratiche Émilie du Châtelet, dotata di un acume intellettuale, riesce ad istruirsi come poche donne della sua epoca. L’ appartenenza all’aristocrazia le apre le porte di accesso alla corte francese: la partecipazione agli eventi mondani e la frequentazione dei vari salotti letterari la pone in contatto con i più importanti letterati, filosofi e scrittori dell’epoca e contribuisce, e, in un certo senso, arricchisce la sua già elevata formazione culturale.
Giovanissima sposa il marchese Florent Claude du Châtelet, ma il matrimonio non è dei più felici. Neanche dieci anni dopo Émilie du Châtelet lascia il marito e i figli per andare a vivere con Voltaire.
Il loro rapporto è intenso, fatto di passionalità ma anche molta complicità. Non si tratta di una relazione solo sentimentale ma anche fortemente intellettuale. Con il contributo di Voltaire Émilie du Châtelet pubblica nel 1737 gli “Elementi della filosofia di Newton” e qualche anno più tardi, nel 1740 pubblica ” Istituzioni di fisica“, opera incentrata sulle teorie del filosofo Leibniz. La sua opera più importante, sotto il profilo scientifico, rimane la traduzione in lingua francese e il suo commento ai Principia ( Philosophiae Naturalis Principia Mathematica) di Newton, che vede la stampa solo dopo la sua morte ed ancora oggi è considerata l’opera di scienza per eccellenza.
Il suo saggio “Discorso sulla Felicità” è un vero e proprio contributo letterario che Émilie du Châtelet dedica, in particolare, al genere femminile sulla ricerca della felicità.
Leggendo la sua biografia e suoi scritti se ne ricava la convinzione che Émilie du Châtelet non sembra affatto una donna del 700.
E’ una donna colta, erudita, al pari dei grandi letterati e filosofi dell’epoca, ma soprattutto è una donna che non si lascia strumentalizzare dagli stereotipi sociali: la sua passione per la scienza la porta ad approfondire le teorie di Leibniz e Newton, cosa insolita per la classe femminile del 700; la passione e il suo sentimento per Voltaire la porta ad abbandonare il marito e a vivere liberamente il suo rapporto amoroso-intellettuale sotto gli occhi di tutti; la soddisfazione della passione è la strada della felicità.