Francesca da Rimini. Opera di Gabriele D’annunzio

Francesca da Debole sistro al vento I padroni della guerraFrancesca da Rimini. Opera di Gabriele D’annunzio

O mia vita, non fu mai tanto folle il desiderio mio di te. Sentivo già venir meno dentro al core gli spiriti che vivono degli occhi tuoi. La forza mi si perdeva nella notte, uscitami dal petto, come un fiume terribile di sangue, fragorosa; e paura ne avea l’anima, come nell’ora chiusa che con Dio mi provasti per la saetta e m’alzasti là donde non ritorna l’uomo per volontà di ritornare… Non è l’alba? Non è già l’alba? Tutte le stelle tramontavano nei tuoi capelli sparsi ai confini dell’ombra ove labbra non giungono!

Francesca da Rimini è una tragedia in versi e in cinque atti del 1901, opera di Gabriele D’Annunzio, ispirata al quinto canto dell’Inferno di Dante Alighieri e dedicata alla sua amata Eleonora Duse.

«Poema di sangue e di lussuria», secondo la definizione dello stesso D’Annunzio nel Commiato.

La prima rappresentazione avviene il 9 dicembre del 1901 al teatro Costanzi di Roma, con Eleonora Duse nella parte di Francesca da Rimini.

Eleonora Duse (Vigevano, 3 Ottobre 1858 – Pittsburgh, 21 Aprile 1924) è stata la più famosa e popolare attrice teatrale italiana del Diciannovesimo Secolo.

E’ il 1882 quando avviene a Roma il primo incontro con un giovane Gabriele D’Annunzio, all’epoca diciannovenne. Seguirono altri fugaci incontri dove alle lusinghe del poeta e ad uno scambio epistolare inizia la loro tormentata storia d’amore che si protrae per circa otto anni.

Una relazione impetuosa e passionale, piena di trasporto e al contempo di avversione della bella attrice nei confronti di colui che apostrofa come il “Poeta infernale”. Viceversa sul piano artistico si riversano gli effetti positivi del loro rapporto: Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, La figlia di Iorio sono le opere che D’Annunzio scrive ispirandosi ad Eleonora Duse.

La loro relazione si chiude con gran dolore racchiuso in quella celebre frase dell’attrice:

“Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto, perché ho amato.”

Eleonora Duse muore a Pittsburgh durante una tournèe negli Stati Uniti D’America il 21 Aprile 1924.

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