I “Sette peccati capitali” è un dipinto (olio su tavola, cm 120 x 150) realizzato intorno al 1500-1525 circa, dal pittore olandese Hieronymus Bosch e attualmente conservato presso il Museo del Prado di Madrid.
Opera molto complessa e particolarmente emblematica, i “Sette peccati capitali” raffigura su una ampia tavola quattro medaglioni, disposti a i quattro angoli (due in basso e due in alto): la Morte di un peccatore, il Giudizio Universale, l’Inferno e il Paradiso. Nella parte centrale della tavola troviamo un cerchio più grande dove, nella parte più esterna sono raffigurati i sette peccati capitali e, nel nucleo del cerchio è raffigurato il Cristo, unitamente alla scritta in latino ” CAVE CAVE DNS VIDET” – (Attenzione, Attenzione, Dio vede).
Nella tavola vi sono due cartigli recanti scritte in latino; in quello in alto si legge “Gens absque consilio est et sine prudentia / utinam saperent et intelligerent ac novissima providerent“, mentre in quello in basso si afferma “Nascondam faciem meam ab eis considerabo novissima eorum”.
Nei “Sette peccati capitali“, Hieronymus Bosch pennella, illustrando le caratteristiche dell’Ira, rappresentata da una rissa, dell’Invidia rappresentata in modo simbolico da una coppia di persone e da una coppia di cani che guardano ovvero desiderano altro bene o altra qualità, dell’ Avarizia rappresentata da un giudice che riceve del denaro di nascosto facendo prevalere il proprio interesse personale a discapito degli altri, della Gola rappresentata da una ricca tavola imbandita dove due uomini sono intendi ad ingurgitare le pietanze ponendo in evidenza l’eccesso nella necessità di sfamarsi, dell’Accidia rapparesentata dall’indolenza verso la vita, della Lussuria rappresentata dalla libidine di due coppie di amanti e, infine della Superbia, dove una donna di spalle riflette con orgoglio la sua immagine in uno specchio sorretto da un gracile demone ( in tale riquadro la superbia sembra un peccato esclusivamente femminile, collocabile tra la vanità e il narcisismo).