I solitari
Coloro che hanno per mantello lenzuoli funerari
Assaporano il piacere divino di essere solitari.
La loro saggezza ha pietà dell’ebbrezza delle coppie,
della stretta di mano, dei passi dal ritmo lieve.
Coloro che nascondono la fronte nei lenzuoli funerari
Conoscono il piacere divino di essere solitari.
Contemplano l’alba e l’aspetto della vita
Senza orrore, e chi li compatisce li invidia.
Coloro che cercano la pace serale e dei lenzuoli funerari
Conoscono la terribile ebrezza di essere solitari.
Sono gli amati della sera e del mistero.
Ascoltano le rose germogliare sotto terra
E percepiscono l’eco dei colori, il riflesso
dei suoni… La loro atmosfera è di un grigio viola.
Assaporano il sapore del vento e dell’oscurità,
E i loro occhi sono più belli delle torce funerarie.
Renée Vivien, all’anagrafe Mary Pauline Tarn (Londra, 11 Giugno 1877 – Parigi, 18 Novembre 1909) di nascita inglese ma naturalizzata francese è una poetessa dell’Ottocento, lasciata oramai quasi nell’ ombra a causa di una vita che i moralisti potrebbero definire eccentrica e scandalosa.
Sentimentalmente e sessualmente attratta dalle donne, Renée Vivien porta avanti per quasi tutta la sua vita una passionale relazione amorosa con la scrittrice e poetessa di origine statunitense Natalie Clifford Barney.
Una storia d’ amore tormentata che influenza notevolmente anche il suo stile e la sua produzione letteraria: Renée Vivien scrive molti versi per la sua amata, alcuni pubblicati anche dopo la sua morte, lasciando un segno indelebile nella letteratura francese. Invero, Natalie Clifford Barney rappresenta per Renée Vivien la sua musa d’ ispirazione poetica.
Dopo che la relazione con la Signora Natalie Clifford Barney giunge al capolinea, Renée Vivien inizia una nuova relazione sentimentale ma anche professionale con la baronessa francese Hélène van Zuylen con la quale condivide una serie di viaggi e con la quale scrive diversi racconti e poesie. Ma anche questa relazione giunge a conclusione dopo poco tempo, quando Hélène van Zuylen la lascia per una altra amante.
Renée Vivien porterà sulla sua pelle i segni della continua ricerca affannosa di una stabilità sentimentale, come decantata nei suoi versi poetici: l’ abuso di alcool e i digiuni prolungati la conducono alla morte all’età di soli trentadue anni.
Una vita lussuosa ed eccentrica, un vero talento poetico, uno stile raffinato ma rivelatore, un linguaggio musicale e simbolico, una donna che ha vissuto apertamente e liberamente le sue passioni nella continua ricerca di un quid, di quella parte nascosta di sè stessa.