Il sonno è ciò che i Siciliani vogliono. Il Gattopardo

Il sonno è ciò che i Siciliani vogliono I miei versi Difetti ereditari dei filosofi Lo spirito libero è un concetto relativo Forse un mattino andando in un’aria di vetro Chimica dei concetti e dei sentimenti E' quel che è Avvenire Felicità raggiunta, si camminaIl sonno è ciò che i Siciliani vogliono. Il Gattopardo

Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel bagaglio. Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che volesse scrutare gli enigmi del nirvana. Da ciò proviene il prepotere da noi di certe persone, di coloro che sono semidesti; da questo il famoso ritardo di un secolo delle manifestazioni artistiche ed intellettuali siciliane le novità ci attraggono soltanto quando sono defunte, incapaci di dar luogo a correnti vitali; da ciò l’incredibile fenomeno della formazione attuale di miti che sarebbero venerabili se fossero antichi sul serio, ma che non sono altro che sinistri tentativi di rituffarsi in un passato che ci attrae soltanto perché è morto.

(cit. Giuseppe Tomasi di Lampedusa  Il Gattopardo)

Correva l’anno 1958 quando un romanzo, Il Gattopardo, dal titolo fortemente intrigante, appariva sulla scena nazionale, trascinando dietro di sè non poche polemiche, anche dal punto di vista politico, soprattutto da parte della nuova borghesia siciliana.

L’ambientazione del romanzo è di origine siciliana e ruota intorno al periodo storico che va dal 1860 fino al 1914.

Un intenso secolo storico che possiamo riassumere sotto il nome di Risorgimento o meglio ” Unità d’ Italia”, che parte dalla Spedizione dei Mille guidati da Giuseppe Garibaldi diretti alla conquista del Regno delle Due Sicilie, e successiva annessione al Regno di Italia che si stava formando, fino al consolidamento di quella nuova classe borghese siciliana, imposta dal dominio piemontese.

Il romanzo analizza questo tormentato periodo storico sotto il profilo socio culturale: non vi è una analisi prettamente storica degli eventi ma una intensa riflessione sul trascorrere del tempo senza che questo abbia portato un cambiamento, una innovazione nel popolo siciliano.

L’Unità di Italia e la voglia di cambiamento dal passato sembra che non abbia coinvolto la realtà del sud Italia: è come se i siciliani si fossero adattati ai vari eventi storici, ma senza farli propri, senza interagire con gli stessi, senza integrarli nell’ambito di un regime forse ancora troppo feudale.

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